Due anni d’emergenza e si parla ancora solo di stop e vaccini. Mai di cure e terapie

Intanto hanno ridotto le Camere al silenzio, i cittadini a sudditi e messo in crisi imprese, economia e occupazione

Ma davvero bisogna – come rivela l’astrologa che, secondo ‘Libero’ prevede le crisi Grazia Mirti – aspettare l’aprile 2022 e «l’epocale congiunzione celeste fra Giove e Nettuno, che non si verifica dal 1856 e potrà favorire accordi per il Gas e le fonti d’energia, poiché nel 1856, nacque “ItalGas”», perché qualcosa cambi in questo Paese? Siamo seri, per questo, basterebbe che Draghi, & c., dicessero la verità sui risultati ottenuti, dal governo dei «migliori».

Ancora tali perché la maggioranza teme il voto. E non quello per il Colle, che superMario vorrebbe scalare prima che si scopra il bluff del Pnrr di cui il 55% degli italiani – come rilevato dalla ricerca Ipsos, rilanciata dal “Roma”, nei giorni scorsi – si è già reso conto.

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Ma intanto sono riusciti ad annullare il Parlamento come preconizzava il ministro della salute, Speranza fidando sulla pandemia come «possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove». Grazie ai governi Conte e Draghi, con il contributo di virus, dpcm e fiducie a raffica hanno ridotto le Camere al silenzio, i cittadini a sudditi e messo in crisi imprese, economia e occupazione.

Un outing che, però, non arriverà

Significherebbe ammettere i tanti, troppo, errori commessi in precedenza e riconoscere che, alla luce dei risultati di uno studio israeliano per il quale: «Omicron è altamente contagiosa, ma i sintomi sono meno gravi e porterà all’immunità di gregge», forse hanno ragione i professori: Zangrillo e Bassetti non certo pericolosi «no vax».

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«Molti morti rubricati alla voce Coronavirus, in realtà, sono deceduti per altre patologie. Con il covid, non per il covid» il primo, e «Non si può parlare di ricoveri di positivi, quando entrano in ospedale fratturati o infartuati o donne che devono partorire. Senza l’evento starebbero a casa e non ingrosserebbero i numeri degli ospedali», il secondo.

Dovrebbero, però, anche spiegare agli italiani come mai a due anni dall’inizio dello stato d’emergenza continuano solo a parlare di «nuove restrizioni», green pass, dad, obbligo di vaccinazione (anche se le dosi sono insufficienti per tutti) e per niente di cure e terapie.

Probabilmente, perché se queste dovessero esserci – come pare che sia, vedi il caso del videovirologo Galli che, dopo la terza dose, ha contratto il covid, ma ha evitato il ricovero grazie a quelle terapie precoci, di cui secondo i superesperti «speranzosi» del Cts non esistono evidenze scientifiche – sarebbero costretti a ridimensionare l’emergenza e, quindi, anche quel potere di fare e disfare tutto e il contrario di tutto, che si sono ritagliati proprio grazie ad essa. E, quindi, continueranno a non farlo. Almeno fino a quando non verrà fuori un altro Tucidide a ricordargli che nel 430 a.C. «la paura della peste distrusse Atene, non la peste».

L’Europa, il nutriscore e lo shopping a prezzi di saldo

Ed è proprio questo il rischio che stiamo correndo con la strada che ci stanno facendo imboccare. Con: l’Europa che – grazie al silenzio assenso dei politici nostrani – continua – col «nutriscore» a delegittimare i brand tricolori e fare shopping, a prezzi di saldo, fra le nostre «eccellenze» – a trattarci come il Nord trattò il Sud all’indomani della pseudo-unificazione; il governo che si vanta di una crescita del Pil superiore a quella degli altri Paesi, dimenticando che non è merito loro, ma conseguenza del fatto che, con la pandemia, siamo caduti più in basso degli altri.

E non ancora soddisfatto, gongola per aver raggiunto nei tempi previsti i 51 obiettivi fissati per ottenere la prima rata del Recovery, ma sottacendo che si tratta di deleghe al governo a fare le riforme (giustizia, semplificazioni, evasione fiscale, P.A., ecc.) concordate con l’Ue e investimenti da definire e realizzare entro il 2026. Nel frattempo, però l’inflazione è già arrivata al top dal 2008: 3,9%.

E la stagflazione (il ristagno della produzione conseguente a inflazione, prezzi e disoccupazione) è dietro l’angolo. Ma l’Istat dice che redditi e consumi delle famiglie sono cresciuti di oltre il 3%. Peccato che gli italiani non se ne siano accorto. E, come per il virus che, comunque, continua a circolare, anche per questo è giusto tenere gli occhi bene aperti.

Setaro

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