Caserta, il cortile di Don Bosco non può morire. Non si può tappare la bocca ai giovani

La giovinezza l’ho trascorsa nel centro città, erano gli anni della spensieratezza, dei sogni, ed ad averne credendoci, li potevi realizzare. Il tempo libero, i ragazzi degli anni ‘50, lo trascorrevano per strada, senza troppi problemi per i genitori, la strada era la palestra. Si frequentava piazzetta Fratelli Correra (’u larg’ i Bidett’) di via G.B. Vico, era luogo d’obbligo per giocarvi a pallone.

L’aumento delle auto in sosta o parcheggiate, ci costrinse a migrare in piazza Matteotti (mercato), oppure in mezzo alla “campagnella” (tra via Cecano e via Ferrara). Piazza Vanvitelli era off-limits, i Vigili Urbani sequestravano i palloni per garantire tranquillità alle mamme a passeggio con i bimbi piccoli. Le sere d’estate, lo stadio diveniva piazza Carlo III ai Campetti.

Pubblicità

Il gioco, da sempre e in tutti i luoghi, epoche e civiltà, rappresenta la trasmissione di esperienze. Il gioco insegna, col gioco si apprende, si trasmettono gioie e entusiasmi, si correggono errori, si indica la partecipazione nella legalità, aiuta a cresce nel fisico e nella mente. Il cortile, inventato da Don Bosco per i giovani, ha sempre indicato la strada delle tolleranze, corretto dagli spunti violenti ed aperto all’ascolto, al confronto e alla convivenza civile. Il gioco utile ad aprire il cuore dei giovani alla gioia. Questo l’insegnamento di Don Bosco.

Conoscevo il “cortile” dei Salesiani dalla mia cameretta, mi ci affacciavo sopra dal terzo piano di via Vico. Svettavo sull’allegro vociare dell’oratorio, giorni, mesi ed anni d’allegra compagnia. Non l’ho mai frequentato, preferivo la strada. La domenica, anche se volevo dormire per recuperare il sonno perso la notte, non potevo. La sveglia la dava l’altoparlante del Don Bosco, avvisi e musica ricordavano l’orario delle messe. Vocio, tifo da stadio delle attività sportive, il cortile del Don Bosco, l’imposta del balcone aperta o chiusa, non ha mai infastidito né privato di sonno o distratto dagli studi.

Pubblicità Federproprietà Napoli

L’avvento dello sport obbligato per moda, gli eccessi di quello tifato, la fine delle palestre di strada, hanno creato l’insofferenza al “cortile di Don Bosco”. Non crediamo a problemi di “legalità caprina”, atti formali da rispettare, peli nell’uovo da cercare, l’attività del Cortile di Don Bosco non può morire.

È questione di civiltà, è questione d’amore, è questione d’opportunità. Caserta non può dimostrare di meritare l’ultimo posto in graduatoria, per invivibilità, tra le città capoluogo italiane.

Mettere a tacere il vociare del cortile di Don Bosco, è al pari del distruggere il valore d’insegnamento. Annullarne il modello educativo, è come disconoscere le eccellenze culturali ed intellettive al suo interno gemmate e presenti in tutto il mondo. Caserta non può fare a meno del Cortile di Don Bosco, non può tappare la bocca ad una parte dei suoi giovani.

Setaro

Altri servizi

Lavoro sicuro e salari dignitosi: la sfida del Governo alla vigilia del Primo Maggio

La premier: «Pensiamo a interventi concreti, morti inaccettabili» Un segnale in vista della Festa del Lavoro. È quello che Giorgia Meloni punta a dare e...

Ercolano, lavori per 2 nuovi palazzetti e la tribuna ospiti allo stadio Solaro

Grazie ai fondi del PNRR e della Città Metropolitana di Napoli Sono in fase di realizzazione importanti interventi infrastrutturali che cambieranno il volto dell’impiantistica sportiva...

Ultime notizie

Ercolano, lavori per 2 nuovi palazzetti e la tribuna ospiti allo stadio Solaro

Grazie ai fondi del PNRR e della Città Metropolitana di Napoli Sono in fase di realizzazione importanti interventi infrastrutturali che cambieranno il volto dell’impiantistica sportiva...

Restauro di chiese e basiliche: a Napoli e provincia investimenti per 37,7 milioni di euro

Sono 29 gli interventi, tra risorse del Pnrr e fondi ordinari Un totale di 29 interventi di restauro su chiese e basiliche, per un investimento...

Tragedia familiare: uccide il figlio disabile e la moglie malata, poi si suicida

I corpi trovati dal fratello dell'uomo Ha ucciso la moglie malata e il figlio disabile la sera del suo compleanno, poi l’ha fatta finita impiccandosi...