Ex Ilva, la Corte d’Appello condanna Fabio Riva a risarcire il Comune di Taranto

Risarcimenti milionari all’ente municipale e alle partecipate

La Corte d’Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, ha confermato la responsabilità civile di Fabio Arturo Riva, erede di Emilio e già ai vertici dell’ex Ilva, e dell’ex direttore dello stabilimento tarantino, Luigi Capogrosso, per i danni provocati dall’inquinamento prodotto dal complesso industriale per un arco temporale compreso tra il 1995 e il 2014. Il collegio presieduto da Anna Maria Marra ha rigettato i ricorsi dei due imputati e ha lasciato invariata la decisione del Tribunale di Taranto del 2022, riconoscendo una serie di risarcimenti in favore del Comune di Taranto e delle società partecipate Amat e Amiu.

Il procedimento riguarda il contenzioso civile sui pregiudizi causati dalle emissioni nocive dello stabilimento siderurgico. Il Comune di Taranto è stato rappresentato dall’avvocato Massimo Moretti, mentre la difesa di Riva e Capogrosso è stata affidata all’avvocato Berardino Iacopucci. La Corte ha ritenuto provata la «responsabilità di questi ultimi per il verificarsi delle emissioni illecite ed inquinanti di polveri prodotte, nell’arco temporale compreso tra il 1995 ed il 2014, dallo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto», confermando così le conclusioni del primo grado.

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I risarcimenti riconosciuti al Comune di Taranto

La decisione dispone che Riva e Capogrosso, «in via solidale», versino al Comune 18 milioni di euro «a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale all’immagine, alla reputazione e all’identità storica e culturale della città di Taranto», somma «stimata equitativamente all’attualità, oltre interessi legali dalla data della sentenza sino al soddisfo».

Accanto al danno immateriale, la Corte ha riconosciuto ulteriori importi: 2.429.712 euro per il «danno materiale subito dal patrimonio immobiliare comunale, ubicato nei quartieri Città Vecchia e Paolo VI»; 23.092,47 euro per il «ristoro delle spese sopportate per i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti sulle coperture dei padiglioni della scuola Gabelli» nel rione Tamburi; 497.164,63 euro per il «danno materiale subito dalle strutture scolastiche dei quartieri Città Vecchia e Paolo VI»; 141.750 euro per il «danno da pulizia straordinaria di pozzetti e tubazioni ed installazione di un nuovo impianto di raccolta e drenaggio delle acque meteoriche del cimitero di San Brunone».

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I risarcimenti destinati ad Amat e Amiu

La sentenza prevede anche ristori per le due aziende municipalizzate. L’Amat, che gestisce il trasporto pubblico cittadino, riceverà 162.385,46 euro per il «danno derivante dai maggiori oneri e sostituzioni dei materiali d’uso» dei mezzi urbani. L’Amiu, incaricata della gestione dei servizi di igiene urbana, otterrà tre distinti importi: 84.491,33 euro «a titolo di ristoro dei maggiori costi sopportati per le attività di spazzamento e di lavaggio delle strade nei quartieri Tamburi e Città Vecchia»; 25.771,18 euro per i «maggiori costi sopportati per l’implementazione dell’attività di lavaggio stradale»; 6.980,04 euro per i «costi sopportati per la dotazione di tute integrali per i dipendenti Amiu».

Interessi, rivalutazioni e spese legali

Tutte le somme dovute andranno corrisposte «oltre interessi legali sul capitale, anno per anno rivalutato secondo gli indici Istat dal giorno dell’esborso sino alla data della sentenza di primo grado, ed oltre interessi legali sulla complessiva somma determinata dalla data della sentenza di primo grado sino al soddisfo». La Corte ha inoltre stabilito che Riva e Capogrosso saranno tenuti al pagamento delle spese processuali, quantificate in 116.268 euro.

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