La città rinasce attraverso la musica
C’è una città che sceglie la cultura per rinascere. È Aversa, che con l’inaugurazione della Chiesa dello Spirito Santo e l’intitolazione dell’Auditorium «Bianca D’Aponte» ha restituito ai suoi cittadini un luogo di bellezza, memoria e identità. Un progetto voluto e realizzato con determinazione dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Matacena, che ha saputo trasformare un’idea in un simbolo concreto di rigenerazione urbana e culturale.
Alla cerimonia, alla presenza di Sua Eccellenza Mons. Angelo Spinillo, hanno partecipato le associazioni del territorio, gli studenti del Liceo Musicale «Domenico Cirillo» e i maestri Piero Viti, Salvatore Lombardi, Edoardo Amirante e Ciro Sciallo, protagonisti di un concerto che ha unito arte, fede e comunità. L’Auditorium, sorto nel complesso restaurato della Chiesa dello Spirito Santo, sarà il nuovo cuore pulsante della città: uno spazio aperto a cori, accademie e realtà musicali, dove la musica diventa linguaggio di condivisione e di speranza.
La vera anima di Aversa
«Nasce un luogo che rappresenta la vera anima di Aversa – ha detto il sindaco Francesco Matacena -. Un luogo in cui le nuove generazioni potranno crescere nella bellezza, e in cui l’arte diventa occasione di dialogo e di identità. Questa amministrazione ha creduto fin dall’inizio che la cultura potesse essere la chiave del riscatto cittadino, e oggi quel sogno prende forma».
A sottolineare il valore simbolico dell’iniziativa è stato anche il presidente del Conservatorio «San Pietro a Majella» di Napoli, che ha portato il saluto del mondo accademico musicale: «Intitolare un auditorium a Bianca D’Aponte significa far vivere la musica come testimonianza di libertà e di passione. L’amministrazione di Aversa ha dato un esempio di visione e di coraggio, restituendo alla città un luogo che unisce spiritualità e creatività. È così che una comunità cresce: custodendo il talento e trasformandolo in bene comune».
Con questo progetto, Aversa conferma la propria vocazione a essere non solo città d’arte e di storia, ma laboratorio di futuro, dove la cultura non è ornamento ma fondamento di cittadinanza.




