Il candidato: contesto questo concetto contrario alla legge
A Caivano, mentre il centrosinistra campano tenta l’ennesima manovra moralista con la tattica dei cosiddetti ‘impresentabili’, Edmondo Cirielli – viceministro degli Esteri e candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Campania – ha risposto con la consueta calma di chi sa come funzionano le regole, non i tribunali mediatici.
«Io contesto questo concetto di impresentabili, che è contrario alla legge e alla legalità. Sono sempre stato garantista», ha detto Cirielli, ricordando a chi se ne fosse dimenticato che non è la “comunicazione grillina” a stabilire chi può candidarsi.
«Esistono delle leggi che consentono o non consentono alle persone di candidarsi. Questo è il nostro approccio: se una persona per legge si può candidare, si può candidare. Se poi vogliamo parlare in linguaggio ‘grillinese’ di Conte, allora c’è una profonda incoerenza». Un modo elegante per dire che l’ex premier e il suo alleato Fico, invece di impartire lezioni di purezza, dovrebbero forse dare un’occhiata alle loro liste.
«Le loro liste andrebbero aggiornate ogni ora»
A chi gli chiedeva un commento sulle accuse del duo Conte-Fico, Cirielli non ha risparmiato una stoccata. «Le liste che sostengono Fico sono zeppe di indagati, persone anche che hanno qualche condanna, persone che hanno anche accuse di opacità con i rapporti con la malavita. Per quanto mi riguarda credo che tutte queste questioni vadano rispedite al tema della legalità prevista dalle norme, ma se sono loro a porre il tema degli impresentabili, credo che la loro lista vada aggiornata ogni ora». Tradotto: prima di distribuire patenti di moralità, sarebbe utile aggiornare il database dei propri candidati.
Appello al confronto pubblico: «Basta voti dei capibastone»
Poi, una proposta che sa di normalità democratica, ma che oggi sembra rivoluzionaria. «Sarebbe auspicabile un confronto pubblico con Fico. È giusto che i cittadini conoscano meglio i candidati presidenti e non vadano solo a votare per i ‘capibastone’, che gli portano il facsimile l’ultima sera a casa», ha detto il candidato del centrodestra.
Cirielli ha spiegato che la politica non può ridursi a sigle e slogan. «Non sono solo elezioni destra, sinistra e centro: conta anche il percorso culturale, gli studi, il percorso professionale, istituzionale e amministrativo. Ci lamentiamo che il popolo non va a votare e che c’è il calo dell’affluenza, ma se poi ci chiudiamo nei palazzi o nelle segreterie di partito certamente non otteniamo un buon risultato». Insomma, più merito e meno slogan: un messaggio semplice, che però nel centrosinistra suona come un’eresia.
«A Caivano si muove il Governo, non la Regione»
Infine, una frecciata anche alla gestione regionale passata a guida centrosinistra. Cirielli, insieme al ministro della Salute Orazio Schillaci, ha visitato il centro sportivo Pino Daniele di Caivano, riqualificato dall’Esercito e gestito da Sport&Salute con istruttori della Polizia di Stato. Un esempio concreto di intervento governativo dove la Regione, a detta del candidato, ha latitato.
«La presenza del ministro Schillaci conferma l’impegno del governo Meloni per Caivano ma in genere per le periferie, per la sicurezza soprattutto delle aree più in difficoltà dell’Italia, in particolare il Sud. Qui a Caivano doveva muoversi la Regione, che ha competenze su infrastrutture, sport, assetti sociali, ma ha fatto tutto il Governo, come dimostra questo centro sportivo Pino Daniele», ha dichiarato.
E con tono pragmatico ha aggiunto: «Siamo molto contenti, il ministro Schillaci così come il ministro Abodi, sono stati molto attivi, persone che hanno determinato una svolta. Oggi anche la struttura commissariale continua con il suo lavoro, le forze dell’ordine. Un grande passo in avanti è stato fatto soprattutto per iniziare un nuovo percorso di cambiamento e un percorso che coinvolga nuovamente la società e le istituzioni in una virtuosità fondamentale per terre come queste».



 
                                    
