Sentenza storica a Parigi: l’ex capo dello Stato francese sconfitto
Shock in Tribunale alla lettura della sentenza sullo scandalo dei fondi libici. Mentre cala un silenzio di ghiaccio in aula, la presidente pronuncia le parole che nessuno si aspettava: «Esecuzione provvisoria» per il mandato d’arresto. Per la prima volta nella storia della Francia, un presidente della Repubblica finirà in carcere. A 70 anni, Nicolas Sarkozy condannato a cinque anni per associazione per delinquere andrà in carcere. Con il volto tirato da una rabbia a stento trattenuta, ha ripetuto: «Io sono innocente. Dormirò in carcere, ma lo farò a testa alta».
La lunga lettura della sentenza e la reazione in aula
Quattro ore è durata la lettura della sentenza, con le motivazioni e le pene, da parte della presidente del tribunale Nathalie Gavarino nei confronti dell’ex capo dello Stato e dieci coimputati, fra i quali Claude Guéant e Brice Hortefeux, i due che gli furono più vicini negli anni del potere. Soltanto in ultimo, sfidando la resistenza nervosa dei presenti – Sarkozy con la moglie Carla Bruni sempre al fianco e i tre figli molto scossi, Jean, Louis e Pierre – la scure è caduta sull’ex presidente.
Tanta tensione trattenuta, le rughe che solcavano profondissime il volto di un Sarkozy invecchiato, il sorriso tirato di Carla, con gli occhi come fessure. E un solo gesto incontrollato, uscendo dal Tribunale: l’ex première dame ha afferrato il copri-microfono dell’inviato del sito Mediapart, all’origine di tante denunce su Sarkozy in questi anni, e lo ha scagliato, quasi con grazia, a terra.
I precedenti giudiziari e il teorema dei giudici
Sarkozy è già stato condannato in altri due processi: per il caso Bismuth, per aver cercato informazioni segrete presso un magistrato (su un altro caso penale che lo riguardava), condannato a 3 anni, due con la condizionale (ha portato il braccialetto da febbraio a maggio) e per il caso Bygmalion, altro caso di conti di campagna elettorale (2012), in attesa della Cassazione. Per i finanziamenti di Gheddafi, è venuto alla luce un circuito sofisticato e complesso di giri di soldi, con intermediari internazionali (dalla Svizzera all’Arabia saudita), ma il tribunale non è riuscito a portare le prove di tutte le accuse, sostenute dalle dichiarazioni del figlio di Gheddafi, Saif, che ha parlato di 50 milioni di bustarelle. Il caso è nato da un’inchiesta di Mediapart.
Il «teorema» dei giudici parigini è che Sarkozy – assolto dalle accuse indimostrabili di corruzione e finanziamento illegale della sua campagna elettorale del 2007 che lo portò all’Eliseo – è pur sempre colpevole di associazione per delinquere. A cercare i fondi sono stati i suoi due uomini più fidati, Guéant e Hortefeux.