Il Movimento: «Grave la decisione sul piano di rientro sanitario della Campania»
Rossella Solombrino, segretario nazionale del Movimento Equità Territoriale da dicembre 2024, in cosa si distingue il vostro movimento politico rispetto agli altri?
«Il nostro è l’unico partito politico che si batte realmente, con coerenza e coraggio, per i diritti dei cittadini meridionali. E non lo facciamo per retorica o per convenienza elettorale: lo facciamo perché siamo convinti che la questione meridionale sia la più grande questione nazionale irrisolta, nonché la principale causa della perdita di competitività dell’intero Paese.
Gli altri partiti si limitano a inserire il Sud nei programmi elettorali, senza mai contrastare davvero le politiche che generano un’Italia a due velocità.
Il centrodestra continua ad approvare misure che penalizzano il Mezzogiorno: basti pensare all’autonomia differenziata, alla sottrazione di miliardi dal Fondo di Coesione, al taglio del Fondo infrastrutture e al definanziamento delle opere strategiche del PNRR per il Sud.
Il centrosinistra, invece, si mostra debole e inconcludente su questi temi o addirittura in silenzio. Un esempio è l’ultimo annuncio del ministro Calderoli che promette entro Pontida di concludere le pre intese con le regioni del nord per portare avanti il discorso sull’autonomia differenziata.
Eppure, solo il Movimento equità territoriale ha sollevato un problema di legittimità giuridica, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, il percorso delineato dal Ministro Calderoli si presenta assolutamente illegittimo, rasentando l’eversione vera e propria. Il MET, infatti, ha annunciato una battaglia senza quartiere per denunciare la nullità delle preintese e impedire la loro ratifica legislativa. Renderemo pubblici i nomi di chi voterà contro il Sud e contro la Costituzione, soprattutto dei parlamentari meridionali. Inoltre, solleciteremo le Regioni a impugnare ogni atto davanti alla Corte e continueremo a vigilare senza abbassare la guardia
Tutto questo a dimostrazione che MET non è una costola dei partiti nazionali, non siamo un contenitore di voti meridionali da regalare ad altri che abusano della parola “Mezzogiorno” per poi essere funzionali agli interessi altrui. Siamo una forza autonoma, coerente e realmente alternativa, che ha come obiettivo la vera equità territoriale e il riscatto del Sud come condizione imprescindibile per il futuro dell’Italia».
La sanità campana
Vi state battendo con forza per far emergere la grave situazione in cui versa la sanità del Sud. Cosa pensate della decisione del Governo di bloccare l’uscita della Regione Campania dal piano di rientro alla luce delle ultime pagelle sui Lea del ministero della salute?
«È una decisione scandalosa, profondamente ingiusta e totalmente politica. Già a maggio abbiamo organizzato un flash mob davanti all’ospedale Pellegrini di Napoli per denunciare le vere cause del collasso della sanità campana. Il Governo Meloni, con la scelta di impedire l’uscita della Campania dal piano di rientro sanitario – nonostante un bilancio in attivo da 8 milioni di euro e la recente pronuncia dello stesso ministro della salute sui livelli essenziali delle prestazioni – ha nella sostanza voluto punire politicamente una Regione che ha fatto i compiti, a differenza di altre.
Il paradosso è evidente: il Piemonte, con un disavanzo sanitario di oltre 400 milioni, non subisce alcuna restrizione. La Campania invece, che da anni è commissariata e ha ridotto il debito sanitario, resta bloccata. Questo significa: niente assunzioni, niente investimenti, meno medici e più morti evitabili. Come si pensa di garantire l’assistenza? Con le buone intenzioni?
La verità è che questa è una scelta che colpisce non De Luca, ma milioni di cittadini campani. Serve solo ad alimentare l’emigrazione sanitaria verso il Nord e a mantenere in piedi un sistema dove alcune regioni ricevono fino a 800 euro pro capite in più ogni anno per la sanità – spesso per coprire disservizi o scandali.
Noi del Movimento Equità Territoriale denunciamo tutto questo a voce alta. Chi approva o tollera questo sistema non è nemmeno degno di candidarsi alle prossime elezioni regionali. Contiamo sulla memoria e sulla dignità degli elettori campani».
L’appuntamento elettorale
Ci sarete alle prossime elezioni regionali in Campania? Quale sarà la posizione del Movimento Equità Territoriale?
«Sì, ci saremo. Il Movimento Equità Territoriale sarà presente alle prossime elezioni in Campania, e ci stiamo già organizzando sollecitati dai tanti che nel “campo largo” vedono un campo confuso e contraddittorio e nel centro destra un vuoto politico e programmatico evidente.
Noi rappresentiamo un’alternativa reale, perché i meridionali hanno bisogno di poter scegliere candidati coerenti, consapevoli della condizione drammatica della nostra regione, e soprattutto non ricattabili dalle segreterie politiche del Nord. Non abbiamo paura di presentarci da soli, perché abbiamo dalla nostra parte la coerenza che ci ha sempre contraddistinto e – soprattutto – ciò che oggi manca completamente nella politica populista che imperversa: un ideale più forte di qualsiasi gioco di potere elettorale.
Il Sud ha smesso di votare in massa perché si è reso conto che, da decenni, il proprio destino resta sempre lo stesso a prescindere da chi vince. Il Movimento Equità Territoriale vuole riconquistare la fiducia di quell’elettorato che oggi si sente abbandonato, per dire che un’alternativa esiste. Serve solo coscienza e coraggio per trasformare quell’ideale in consenso e cambiamento vero».