La farsa in Consiglio regionale con i tiktoker in prima linea
C’è chi entra in Consiglio regionale per discutere di leggi, e chi ci entra come se fosse un palco di Italia’s Got Talent. Pasquale Di Fenza, consigliere regionale di Azione, appartiene alla seconda categoria. In un giorno che resterà negli annali della “politica spettacolo”, ha invitato nella sua stanza al Consiglio due star di TikTok: Rita De Crescenzo – seguita da milioni di persone, nota anche per la cosiddetta “invasione di Roccaraso”, e che già in passato ha mostrato la voglia di scendere in politica grazie alla sua popolarità sui social – e Angelo Napolitano, alias “Napolitano Store”.
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Il sipario si apre su una scena da cabaret: Napolitano sventola un tricolore grande quanto una vela da regata, sulle note dell’Inno di Mameli, mentre De Crescenzo, seduta sulla sedia del consigliere, balla come fosse in un karaoke di quartiere. Alle loro spalle Di Fenza divertito. In sovraimpressione, il titolo dell’opera: “Popolo ci sei? Working in progress”. Mancava solo la scritta “applausi” per completare la farsa. A voler essere pignoli, qui ci starebbe pure una denuncia per vilipendio alla bandiera, all’inno e alle Istituzioni, tutto in un colpo.
La prima stoccata arriva da Severino Nappi, capogruppo della Lega, che dipinge il quadro con sarcasmo: «Il campo largo si allarga, aggregati De Crescenzo e Napolitano-Store da TikTok». Poi la pennellata finale: «Anche la nota esponente dell’intellighenzia napoletana Rita De Crescenzo e il rappresentante dei commercianti partenopei… vanno ad ingrossare le fila dell’armata Brancaleone delle “sinistre unite per la poltrona”. Siamo però certi su chi non si aggregherà mai a questa brigata: la decenza, la dignità, la credibilità».
Intanto, i due protagonisti rivendicano la missione: si stanno «acculturando, per capire le cose come stanno che cosa fare di buono» per i cittadini. Napolitano annuncia il programma elettorale in due righe: «Mettiamo un’altra volta il reddito e lo aumentiamo. E tanto lavoro». De Crescenzo rincara: «Tanto lavoro, le medicine e tante cose belle». Poi, per non farsi mancare l’idea creativa: «Io sindaco e tu assessore al Turismo? Facciamo scegliere al popolo?».
Dal Consiglio alla “peggiore amministrazione di sempre”
Per Gianpiero Zinzi, deputato della Lega, il video è la sintesi del peggior teatrino politico: «Ridono, scherzano e cantano, agitando una bandiera all’interno di un palazzo istituzionale… riesumano misure di contiana memoria come il reddito di cittadinanza». E affonda: «Praticamente Fico avrebbe già una coppia di assessori al Welfare degni della peggiore amministrazione di sempre… Pur di guadagnare un po’ di visibilità, perdono faccia e dignità».
Nemmeno il centro moderato ci va leggero. Riccardo Guarino, coordinatore provinciale di Noi Moderati, liquida la cosa come «una messa in scena grottesca» e punta il dito contro Di Fenza: «È lui per primo a mancare di rispetto alle istituzioni e ai cittadini che rappresenta… Davvero vogliamo affidarci a chi usa le istituzioni come sfondo per un video su TikTok? Chi ridicolizza il Consiglio, chi lo svuota di ogni dignità, non merita il voto dei cittadini». E chiude: «Il teatrino che abbiamo visto non appartiene né alla politica né alla democrazia».
Azione si dissocia (e che dissociazione)
Ma il colpo più duro arriva da casa propria: Azione Campania prende le distanze con una freddezza degna di un esame di diritto amministrativo. «Iniziativa esclusivamente personale, estemporanea, incomprensibile e in alcun modo condivisibile». Tradotto: caro Pasquale, qui ti sei scavato la fossa da solo.
Oliviero e il Pd: inaccettabile
Il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, è «fermamente indignato» e promette che «ogni comportamento lesivo sarà contrastato con determinazione». Dal Pd, Giuseppe Annunziata ricorda che «le istituzioni non sono un palcoscenico per contenuti social», mentre i consiglieri Bruna Fiola e Massimiliano Manfredi bollano l’episodio come «inaccettabile» e «svilente»: «Sventolare la bandiera italiana come fosse allo stadio» è «offensivo, svilente e intollerabile».
Muscarà: «Si prendano provvedimenti»
«Spero sia stato tutto dovuto all’IA, quanto accaduto è di una gravità inaudita. Gli uffici del Consiglio Regionale non possono e non devono diventare la scenografia di videoclip musicali o contenuti promozionali che nulla hanno a che vedere con l’attività istituzionale. Qualche anno fa, un altro consigliere permise la realizzazione di un video musicale negli spazi regionali: all’epoca ci fu una reprimenda da parte del presidente Gennaro Oliviero sul caso del cantante Neomelodico Natale Galletta. Auspico che anche stavolta intervenga con la stessa fermezza», dichiara la consigliera regionale Marì Muscarà.
«Chi ricopre un ruolo istituzionale – continua Muscarà – dovrebbe dedicare il proprio tempo allo studio delle carte, alla scrittura delle leggi e alla difesa dei diritti dei cittadini campani, non a trasformare la sede del Consiglio in un set per video musicali. Esistono luoghi più adatti per questi contenuti, che nulla tolgono all’arte musicale ma che non devono entrare nelle sedi delle Istituzioni. Ciò che oggi serve alla Campania – conclude – è rigore, sobrietà e rispetto per le istituzioni, soprattutto da parte di chi quelle istituzioni le rappresenta».
Simeone: «Politica richiede credibilità»
«Rifiuto la generalizzazione che sta circolando sui social: non tutti i politici sono influencer, e non tutti gli influencer sono politici. C’è chi lavora ogni giorno, mettendoci la faccia e in alcuni casi anche la salute, in silenzio, con serietà e rispetto nell’interesse della propria comunità, vicino ai cittadini,» afferma Nino Simeone, consigliere comunale di Napoli e segretario regionale Psdi che aggiunge: «Non giudico, né emetto sentenze – non è il mio mestiere. Ma lo stile si misura nei comportamenti, e questo dovrebbe essere chiaro a tutti. I politici hanno una responsabilità in più: quella di dare l’esempio. Senza equilibrio e credibilità, si perde la fiducia degli elettori».
Così, in meno di 24 ore, Pasquale Di Fenza è riuscito a mettere d’accordo destra, sinistra, centro e il suo stesso partito: un miracolo politico… ma al contrario.