Lo stallo pentastellato rischia di far saltare il banco
Il futuro della candidatura di Roberto Fico a presidente della Regione Campania è sempre più legato al destino di Matteo Ricci nelle Marche. Senza un via libera definitivo del Movimento 5 Stelle all’ex sindaco di Pesaro, il campo largo potrebbe rivedere l’intera strategia per le regionali, Campania compresa. Giuseppe Conte e i vertici pentastellati, infatti, continuano a tentennare, valutando le carte dell’inchiesta che coinvolge l’esponente del Pd, mentre il Partito Democratico resta in bilico, con Elly Schlein pronta a rimettere mano alla lista dei candidati se l’alleanza dovesse vacillare.
Il M5S non vuole correre rischi e ha deciso di prendersi tempo, mettendo in stand-by le decisioni. «I cinquestelle – evidenzia Ricci – hanno giustamente chiesto di vedere le carte, cosa che ho fatto. Ho spiegato le mie ragioni. Non credo di dover prendere lezioni di onestà da parte di nessuno, su questi temi abbiamo gli stessi valori. In quindici anni di attività politica non ho mai avuto problemi». Parole chiare con cui Ricci si dice estraneo alle accuse, ribadendo di aver consegnato ai pentastellati tutta la documentazione utile per dimostrare la sua correttezza.
Eppure, le esitazioni del Movimento rischiano di avere un impatto diretto su Napoli e dintorni. Roberto Fico rappresenta una delle pedine più importanti nello scacchiere del M5S per strappare la Campania. Sebbene Vincenzo De Luca abbia aperto al dialogo, resta reticente su un progetto politico che vede l’ex presidente della Camera come figura di spicco. Un’incertezza che rischia di indebolire la strategia pentastellata.
Intanto, mentre a Roma la vicenda resta congelata, Ricci prosegue la sua campagna elettorale nelle Marche. «La procura sta facendo il suo dovere e sono sempre più fiducioso nel lavoro dei magistrati. Non credo alle accuse di giustizia ad orologeria – aggiunge – ma sono rimasto sorpreso perché tutto avviene il giorno dopo la proclamazione delle elezioni, su una vicenda che è sui giornali da un anno».
Il nodo del 30 luglio
I 5 Stelle non hanno fissato una scadenza precisa per sciogliere il nodo, anche se il 30 luglio, data dell’interrogatorio di garanzia per Ricci, potrebbe rappresentare un punto di svolta. Ma se nelle Marche si parla di un “piano B” quasi impossibile da mettere in piedi, in Campania la situazione è ancora aperta. Tutto dipende dalla scelta di Conte: confermare la linea con Ricci e Fico o ripensare l’intera strategia per le regionali.
Anche in Puglia non mancano tensioni: Antonio Decaro non ha ancora sciolto la sua riserva, mentre Francesco Boccia ribadisce il sostegno al sindaco di Bari, definendolo «il nostro candidato più autorevole», pur invitando tutti a un «atto di generosità verso la comunità e la storia del Pd».
Il quadro complessivo resta fragile. Senza l’ok a Ricci, Conte sarebbe costretto dalla Schlein a rivedere i piani, con effetti diretti sulla Campania. La candidatura di Roberto Fico, che il M5S considera fondamentale, rischia di diventare merce di scambio in un difficile braccio di ferro tra alleati.