Nessun piano per restituire lo storico convento al quartiere
Il monastero delle Oblate di Materdei verrà bonificato. Dopo 40 anni il Comune di Napoli ha deciso di intervenire sulla struttura, investendo per effettuare nuovi rilievi utili per effettuare la bonifica e la messa in sicurezza dell’edificio. Il lavoro è stato affidato dal Comune, con il servizio Edilizia monumentale e beni culturali (area patrimonio) a un ingegnere strutturista con un appalto di 130mila euro. L’immobile è un bene culturale enorme, di circa 4.500 mq, risalente al ‘700 e adiacente alla chiesa di San Raffaele, di cui i cittadini hanno reclamato gli spazi lanciando perfino una petizione con raccolta di firme.
Un bene culturale divenuto ecomostro
Il monastero delle Oblate è un ecomostro inglobato in ponteggi metallici dai tempi del terremoto del 1980. Recentemente i suoi spazi sono stati reclamati da alcuni attivisti del quartiere, supportati dai cittadini e dai residenti.
In particolar modo da Salvatore Paternoster, presidente dell’associazione Giovani Promesse e Rosanna Laudanno, ex consigliera municipale e attuale attivista della comunità del Parco Viviani. Dopo le diverse sollecitazioni dei cittadini, accompagnate anche da telefonate da parte degli attivisti alle autorità competenti per verificare che l’edificio fosse sicuro, finalmente qualcosa si è mosso. Una domenica pomeriggio Salvatore sollecitò l’intervento dei vigili del fuoco per delle verifiche strutturali, i quali i constatarono che l’edificio era pericolante ed era necessaria la messa in sicurezza.
Un lungo percorso tra rilievi e consolidamenti
Le pratiche adesso sono state avviate, ma il percorso sarà ancora lungo. Dopo i rilievi sarà necessario un intervento di consolidamento strutturale, ulteriori fondi ed eventualmente l’individuazione di una nuova destinazione d’uso. Paternoster e Laudanno sperano che lo spazio venga restituito ai giovani del quartiere che, a detta loro, non hanno luoghi di aggregazione per poter svolgere attività ricreative.
Per questo Salvatore dopo la diffusione della notizia riguardo l’avvio della bonifica e della messa in sicurezza dello stabile ha portato i bambini del quartiere ai piedi dell’immobile per chiedere loro in cosa vorrebbero si trasformasse quell’antico convento.
Il video diffuso sui social è diventato immediatamente virale, raggiungendo oltre 10mila visualizzazioni in un giorno. «Io vorrei un campo da calcio o una palestra», esordisce un bambino. «Io una scuola», gli fa eco un altro. «Magari un ospedale», dice un altro ancora. «Questi messaggi – conclude Salvatore – noi li dovremmo lanciare ai nostri politici perché sono loro che dovrebbero stanziare i soldi per ristrutturare e restituire alla cittadinanza questo palazzo. Quindi, poiché in questo quartiere non ci sono campetti da calcio, aree per fare sport o luoghi in cui svolgere attività ricreative costruttive, lanciamo un bel appello. Cosa vogliamo fare qui?». I bambini prontamente rispondono: «Un campetto da calcio».
Tempi incerti e costi elevati
Mentre i ragazzini sognano e immaginano l’evoluzione del proprio quartiere, la realtà è certamente più complessa perché i lavori di messa in sicurezza non sono ancora stati avviati e per gli interventi di ristrutturazione successivi, quelli che precedono la scelta di una ridestinazione d’uso, la stima di un eventuale investimento è di circa 500mila dollari minimo, massimo 700mila. Ma per il recupero totale, probabilmente, serviranno molti più fondi. Il finanziamento spetterà al Comune di Napoli.
L’ipotesi più concreta attualmente è quella di dividere la struttura in lotti per consentire una progressiva apertura dell’edificio. I tempi però sono ancora incerti e il campetto da calcio per i bambini del quartiere resta un sogno mai ancora realizzato.