Due persone arrestate, 8 agenti feriti
Un corteo non autorizzato di disoccupati, circa 300 persone, ha attraversato il centro di Napoli nella mattinata di ieri, sfociando in scontri con le forze dell’ordine davanti all’ingresso del porto. La protesta è stata organizzata dal Movimento di lotta Disoccupati 7 Novembre e dal Cantiere 167 Scampia, in seguito al blocco della piattaforma digitale che doveva consentire l’accesso ai contributi e incentivi attraverso la procedura del «click day».
A scatenare l’orda barbarica è stato il malfunzionamento della piattaforma, che avrebbe dovuto permettere l’accreditamento per la partecipazione a 800 tirocini finanziati dal Ministero del Lavoro; alle 9:02 – appena due minuti dopo l’apertura programmata del sistema – la piattaforma informatica è risultata inaccessibile.
Il caos in Piazza del Plebiscito e gli scontri
I disoccupati, molti dei quali riuniti in Piazza del Plebiscito davanti alla Prefettura per seguire collettivamente la procedura di registrazione, si sono trovati impossibilitati ad accedere al servizio che determina la graduatoria per l’erogazione dei sussidi. «Oggi abbiamo dato appuntamento a Piazza del Plebiscito, fuori dalla Prefettura di Napoli, per far espletare a tutti i disoccupati, nella massima trasparenza, la procedura del click per accedere al progetto conquistato con 10 anni di dura lotta», hanno dichiarato sui social i rappresentanti dei due movimenti.
La scelta di riunirsi davanti alla Prefettura nasceva già da preoccupazioni emerse durante la notte, quando erano stati registrati «movimenti preoccupanti» sulla piattaforma. Il malfunzionamento del sistema ha scatenato la rabbia dei manifestanti, che hanno dato vita a un corteo non autorizzato attraverso le vie del centro. Durante la manifestazione si sono verificati atti vandalici in via Toledo; un folto gruppo di facinorosi ha seminato il panico nell’area, rovesciando cassonetti, appiccando piccoli roghi e danneggiando alcune auto in sosta. Intanto, davanti alla sede della Prefettura, altri manifestanti hanno lanciato transenne contro le forze dell’ordine che presidiavano l’area.
Scontri al porto, feriti e arresti
La situazione è degenerata quando il corteo, raggiunta l’area portuale, si è scontrato a muso duro con le forze dell’ordine. Il bilancio della questura parla di otto poliziotti feriti, uno dei quali con una prognosi di 30 giorni per la frattura del dito, e due manifestanti arrestati per resistenza, lesioni e danneggiamento. Saranno processati per direttissima.
Nel frattempo, i rappresentanti dei movimenti di disoccupati hanno espresso la loro indignazione per quanto accaduto, definendolo «un precedente di una gravità assoluta». La piattaforma digitale rappresenta infatti l’esito di una lunga battaglia durata dieci anni, durante la quale i disoccupati napoletani hanno condotto numerose manifestazioni e proteste per ottenere forme di sostegno economico e opportunità lavorative.
I movimenti: «Tantissimi si ritrovano fuori dai giochi»
«Dopo anni di battaglie, lotte, manifestazioni e sacrifici per riempire i vuoti lasciati dalle istituzioni e per restituire dignità attraverso il lavoro a migliaia di famiglie, in tantissimi oggi si ritrovano fuori dai giochi, senza una risposta se non quella di un gelido link che ci comunica che siamo punto e a capo», hanno dichiarato i portavoce dei movimenti.
La protesta si inserisce in un contesto di persistente difficoltà occupazionale che caratterizza l’area metropolitana di Napoli, dove il tasso di disoccupazione rimane significativamente superiore alla media nazionale. I contributi e gli incentivi oggetto della procedura del «click day» rappresentano spesso l’unica forma di sostegno economico per molte famiglie della città.
I movimenti organizzatori della protesta sono attivi da anni sul territorio, in particolare nelle aree periferiche come Scampia, e hanno già in passato dato vita a manifestazioni per rivendicare politiche attive del lavoro e forme di sostegno per i disoccupati. La vicenda evidenzia le criticità legate all’utilizzo di piattaforme digitali per l’erogazione di servizi pubblici essenziali, soprattutto quando il numero di utenti potenziali è molto elevato e la disponibilità delle risorse è limitata. I rappresentanti dei movimenti hanno annunciato che «non possiamo che continuare