Appalti truccati per il verde pubblico: in 22 rinviati a giudizio nel Casertano

A processo funzionari e dipendenti comunali di due enti

Sono stati rinviati tutti a giudizio, e dovranno comparire al dibattimento il prossimo 17 novembre, le ventidue persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere sugli appalti del verde pubblico dei Comuni di Caserta e San Nicola la Strada, che sarebbero stati pilotati facendoli confluire allo stesso cartello d’imprese grazie a un vero e proprio accordo illecito tra funzionari pubblici ed imprenditori. La pronuncia è stata emessa al termine dell’udienza preliminare dal gup Pasqualina Gaudiano, che ha accolto la richiesta del pm.

Le accuse

Gli indagati, alcuni dei quali finirono agli arresti domiciliari nell’ottobre scorso (tornarono poi in libertà), sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di «associazione per delinquere», «falso in atti pubblici» e «turbata libertà degli incanti». Dovranno comparire davanti al collegio A della seconda sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere i fratelli Franco e Giulio Biondi: il primo, dirigente del Comune di Caserta, sospeso qualche giorno fa per sei mesi dal Ministero dell’Interno; il secondo ex dirigente – dopo che è andato in pensione – del Comune di San Nicola la Strada.

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Sono i fratelli Biondi le figure centrali dell’indagine insieme agli imprenditori del verde Raffaele Antonucci, Francesco Cerreto, Domenico Natale, Giuseppe Cerullo e Gianni Andrea Migione. Tra gli imputati anche il dipendente del Comune di Caserta Michele Amato, mentre per il Comune di San Nicola la Strada sono coinvolti i dipendenti Brigida Napoleone, Francesco Zoleo e Giovanni Mastroianni, il consigliere comunale ed ex vicesindaco Antonio Megaro, e l’ex assessore al comune di San Nicola Gaetano Mastroianni.

Il sistema degli appalti pilotati secondo la Procura

Per la Procura sammaritana (procuratore Pierpaolo Bruni e sostituito Ida Capone) e i carabinieri che hanno realizzato le indagini, amministratori comunali e imprenditori avrebbero costituito un vero e proprio cartello per condizionare le gare per la manutenzione del verde pubblico a Caserta e San Nicola la Strada, cui avrebbero preso parte sempre le ditte degli imprenditori indagati, invitate dai funzionari comunali collusi. Trait union tra i due enti locali i fratelli Biondi.

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Dalle indagini sarebbe emerso che l’offerta veniva presentata da una sola ditta mentre le altre avrebbero fatto da spalla, presentando, volutamente, offerte meno vantaggiose. In questo modo, a turno, gli imprenditori si sarebbero aggiudicati appalti, per circa mezzo milione complessivi, tra la fine del 2019 e settembre 2020.

I funzionari pubblici avrebbero – è l’ipotesi accusatoria – ricevuto in cambio diversi favori, come quelli elettorali per l’ex assessore Mastroianni, o la bonifica da eventuali cimici ottenuta da Franco Biondi grazie ad una ditta che aveva vinto un appalto a Caserta per la rilevazione di campi elettromagnetici. L’indagine è stata tra quelle che hanno evidenziato il quadro di illegalità attorno al Comune di Caserta, portando alla decisione del Viminale di sciogliere l’ente locale per infiltrazioni camorristiche (decisione avvenuta nell’aprile scorso).

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