I giudici hanno escluso la premeditazione
Alessandro Impagnatiello è stato condannato anche in secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la fidanzata al settimo mese di gravidanza, uccisa il 27 maggio di due anni fa nella loro abitazione a Senago nel Milanese. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’appello di Milano, confermando la sentenza di primo grado, al termine di un processo di secondo grado durato appena mezza giornata. Confermate le aggravanti della crudeltà e del rapporto di convivenza, esclusa però quella della premeditazione. La sua legale Giulia Geradini aveva chiesto l’esclusione anche della crudeltà.
La Corte si è riservata, invece, sulla richiesta di ammettere Alessandro Impagnatiello a un percorso di giustizia riparativa. La sostituta procuratrice generale e il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti avevano chiesto il rigetto dell’istanza.
Per i giudici del processo di primo grado, Impagnatiello avrebbe pianificato l’omicidio della compagna per quasi sei mesi, somministrandole a sua insaputa del veleno per topi, sul quale aveva fatto ricerche online a partire dal 12 dicembre 2022.
Una ricostruzione, quella che si legge nelle motivazioni firmate dalla presidente della Corte di Assise di Milano, Antonella Bertoja, che potrebbe essere stata smontata dai giudici dell’appello. Accogliendo la richiesta della difesa di escludere la premeditazione, la Corte di secondo grado ha fissato il termine per le motivazioni al 15 settembre 2025. Anche la gip Angela Minerva, disponendo la custodia cautelare in carcere e convalidando il fermo il 2 giugno di due anni fa, aveva escluso la premeditazione.
Impagnatiello impassibile, in lacrime i genitori di Giulia
Alessandro Impagnatiello è rimasto impassibile alla lettura della sentenza. Quando la presidente della Corte Ivana Caputo ha pronunciato il verdetto, lui era in piedi nei primi banchi accanto alla sua legale Giulia Geradini e non ha avuto alcuna reazione. In lacrime i genitori della vittima.
«Non si tratta di vittoria o sconfitta perché penso che questo processo sia una sconfitta generale. Ma il fatto che la Corte abbia ascoltato in parte le mie ragioni mi rende soddisfatta». Così l’avvocatessa Giulia Geradini, difensore di Alessandro Impagnatiello. «Sono curiosa di leggere le motivazioni», ha aggiunto dicendo che poi valuterà il ricorso in Cassazione. Restano invece le aggravanti legate alla convivenza con la vittima e la crudeltà «in quanto Giulia, durante l’aggressione, avrebbe avuto il tempo», secondo i giudici, «di rendersi conto che stava perdendo figlio» che portava in grembo.
Quanto all’accesso alla giustizia riparativa, per il legale, i giudici decideranno con una provvedimento separato e, qualora Impagnatiello venisse ammesso, «ci vorrà del tempo, molti mesi prima che inizi il suo percorso», ha chiarito l’avvocatessa. Il programma correrà parallelo al procedimento penale e potrà avere ripercussione nell’iter di esecuzione della pena.