Sconosciuta l’identità delle vittime
Uccisa. Molto probabilmente strangolata la sera prima che il suo corpo venisse ritrovato a poca distanza da una siepe nel cuore di Villa Pamphili, a Roma. È la drammatica ipotesi formulata dagli inquirenti che indagano sulla morte della bimba di sei mesi, trovata sabato pomeriggio senza vita nel grande parco verde della Capitale, e della presunta madre, il cui cadavere è stato invece rinvenuto a circa 200 metri di distanza, sotto alcuni oleandri.
- Le prime ipotesi: morte per soffocamento
- L’appello della polizia
- Le indagini scientifiche e gli ostacoli identificativi
- L’ipotesi della provenienza straniera
- Una vita ai margini nel cuore di Roma
- Ulteriori accertamenti sul luogo del delitto
- Le condizioni del corpo e le prime testimonianze
- Nessun riscontro dalle telecamere
Le prime ipotesi: morte per soffocamento
I primissimi risultati dell’autopsia, effettuata domenica sera all’Istituto di Medicina Legale dell’Università Cattolica, raccontano di una morte per soffocamento. Sul corpo della giovanissima vittima sono stati rilevati segni che avvalorano la tesi dell’omicidio aggravato: un’azione violenta messa in atto con ogni probabilità da chi conosceva la donna e la piccola o ne era entrato in contatto.
Tasselli di verità in una vicenda in cui restano ancora moltissimi i punti da chiarire. Primo fra tutti: l’identità delle vittime. Proprio per questo la Questura ha diffuso nel pomeriggio le immagini con la ricostruzione dei tre tatuaggi presenti sul corpo della giovane donna. Si tratta, in particolare, di una rosa sul piede destro vicino al malleolo, di un disegno floreale con una stella sulla fascia addominale e di un surf con uno scheletro sul braccio destro.
L’appello della polizia
La polizia fa appello a chiunque li riconosca e abbia segnalazioni utili a darle un nome a contattare il Nue 112. Viene spiegato che la donna aveva un’età presumibile tra i 20 e 30 anni, capelli chiari, era alta circa un metro e 64 centimetri e pesava circa 58 chili. Non si esclude, è stato aggiunto, che si accompagnasse alla bambina che aveva tra i sei mesi e un anno.
Le indagini scientifiche e gli ostacoli identificativi
Intanto i prelievi del Dna, effettuati contestualmente all’esame autoptico, sono stati trasmessi ai laboratori della Scientifica che dovranno confrontare i profili genetici con le banche dati, nella speranza di ottenere risultati. Un passaggio fondamentale per tentare di risalire all’identità, anche alla luce del fatto che l’esame dattiloscopico eseguito sulla donna non ha prodotto alcun esito: le sue impronte non sono nella banca dati delle forze di polizia.
L’ipotesi della provenienza straniera
Questo elemento porta a ipotizzare che siano straniere, forse provenienti dalla Scandinavia o dall’Est Europa. Chi indaga non esclude che la bimba possa essere nata all’estero e che si trovassero da poco in Italia.
Una vita ai margini nel cuore di Roma
Secondo quanto accertato finora, vivevano all’interno di Villa Pamphili, utilizzando giacigli di fortuna per trascorrere la notte. La madre sarebbe forse entrata in contatto con quella ‘comunità’ di senza fissa dimora, un popolo di invisibili che dorme nel parco in un contesto segnato dal degrado e dall’uso di sostanze stupefacenti.
Ulteriori accertamenti sul luogo del delitto
Anche lunedì gli investigatori sono tornati sul posto in cerca di elementi utili. Sul corpo della donna non sono stati trovati segni di violenza, nessuna ferita da arma da taglio o tracce di aggressione. Per questo motivo i prelievi tossicologici potrebbero fornire risposte sulla possibilità di una overdose come causa del decesso.
Le condizioni del corpo e le prime testimonianze
Per gli inquirenti il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, si trovava nel punto in cui è stato trovato già da diversi giorni: nuda, coperta solo da un sacco nero. Gli investigatori hanno ascoltato una serie di testimoni, ma le dichiarazioni raccolte si sono rivelate spesso discordanti e, in molti casi, smentite dalle indagini della questura di Roma.
Nessun riscontro dalle telecamere
I vertici della Squadra mobile hanno partecipato a un vertice a piazzale Clodio per fare il punto sulle indagini. Alcune voci, raccolte all’interno della Villa, parlano di un uomo visto correre con un fagotto in braccio nelle ore precedenti al ritrovamento della bambina. Le verifiche, tuttavia, non hanno portato ad alcun riscontro concreto. E nessun elemento utile è emerso anche dall’analisi delle telecamere presenti nella zona di via Olimpica, che dista solo pochi metri dal luogo del duplice ritrovamento, né da quelle installate in via Aurelia Antica. L’area interna della Villa, infatti, non è coperta da sistemi di videosorveglianza. Un dettaglio che, forse, è stato tenuto in considerazione anche da chi, la sera di venerdì, ha deciso di togliere la vita a una bimba di appena sei mesi.