Si discuterà di produzione, Aia, rigassificatore e cessione
Il confronto di questa sera sull’ex Ilva tra ministri, commissari dell’amministrazione straordinaria e sindacalisti delle federazioni metalmeccaniche sarà a Palazzo Chigi ma l’occhio sarà rivolto anche a Taranto. Rispetto ai tanti vertici che si sono tenuti sinora su Acciaierie d’Italia, avrà la particolarità di svolgersi mentre a Taranto sarà in corso lo scrutinio delle schede per l’elezione del sindaco al ballottaggio.
Il ruolo cruciale del nuovo sindaco nel dossier Ilva
Il Governo, col ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha già posto attenzione su questo passaggio perché proprio il sindaco, appena insediato, sarà chiamato a misurarsi con il dossier della fabbrica nei suoi aspetti più problematici: nuova Autorizzazione integrata ambientale, il cui nuovo parere istruttorio conclusivo è pronto da qualche giorno; arrivo in rada della nave di rigassificazione, per la quale spingono molto gli azeri di Baku Steel Company, il soggetto industriale con il quale sono in corso le trattative per la vendita, ancora lontane però da una conclusione, che anzi, visto lo stato in cui è piombata la fabbrica dopo l’incendio di un mese fa all’altoforno 1, sembra diventata più incerta.
Accordo di programma e sfide per il rilancio
Tra i nodi da affrontare anche l’accordo di programma tra Governo e istituzioni che dovrà fissare la road map delle cose da fare tanto sul rilancio e sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva, quanto sull’occupazione, sulle nuove iniziative e sullo sviluppo complessivo.
Per chi sarà eletto sindaco, è indubbiamente un cammino in salita, anche perché nessuno dei due candidati al ballottaggio (Piero Bitetti del centrosinistra e Francesco Tacente di centrodestra e civici) nei mesi scorsi ha messo mano sull’Aia o ne ha in qualche modo orientato le prescrizioni ambientali.
Nuove incognite per Governo e sindacati
Ma è un cammino in salita anche per Governo e sindacati perché, rispetto a un mese fa, l’incendio all’altoforno ha cambiato piani e prospettive. Si contava infatti di chiudere il negoziato con gli azeri a giugno e invece niente. Si puntava a produrre quest’anno 4 milioni di tonnellate e invece si resterà inchiodati a 2.
Aumenta la cassa integrazione e spunta un nuovo decreto
Inoltre, è già aumentata di 1.000 unità la cassa integrazione straordinaria, l’azienda vuole aumentarla ancora, ma i sindacati sono fortemente contrari, e, soprattutto, il Governo ha allo studio un nuovo decreto – potrebbe essere annunciato oggi – per intervenire sulle nuove urgenze, a partire dalla finanza che serve all’azienda per restare in piedi e continuare ad essere operativa almeno sino alla cessione al nuovo acquirente.