Elevata capacità di permeare le amministrazioni locali
In Campania «le organizzazioni mafiose di più lunga tradizione, che nel tempo si sono evolute in strutture organizzative più complesse, sulla spinta di cointeressenze criminali protendono verso alleanze che spesso si consolidano in ‘cartelli’ o ‘confederazioni’ e adottano strategie sistemiche all’interno del contesto socio-economico in cui operano anche oltre le aree di tradizionale immanenza, agendo come vere e proprie ‘imprese mafiose’». A rilevarlo è la Direzione investigativa antimafia nell’ultima Relazione annuale del ministro dell’Interno al Parlamento.
«In tale prospettiva – spiegano gli analisti della Dia – esse avrebbero sviluppato un’elevata capacità di permeare le amministrazioni locali, soprattutto mediante pratiche corruttive, e di infiltrare il sistema economico legale, con il coinvolgimento di imprenditori collusi e avvalendosi dell’expertise di professionisti conniventi o anche dei cosiddetti ‘colletti bianchi’, per riciclare gli enormi flussi di denaro di provenienza illecita con conseguenti alterazioni delle normali dinamiche del mercato legale».
Un fenomeno dinamico
Il traffico e lo spaccio di droga, le estorsioni e l’usura «restano gli ambiti maggiormente diffusi e più remunerativi per i gruppi camorristici, anche minori, sempre pronti a contendersi il controllo del territorio non esitando a fare ricorso alla violenza. Tuttavia, più recenti esiti investigativi hanno riscontrato un crescente e diffuso interesse per le attività illecite ad alto profitto e con ridotto rischio giudiziario quali il controllo delle aste fallimentari e delle procedure di esecuzione immobiliare, il ricorso alle cosiddette società ‘cartiere’ per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti allo scopo di riciclare denaro, ovvero realizzare frodi fiscali».
In sintesi, «la Camorra si conferma un fenomeno dinamico, capace di adattarsi ai cambiamenti economici e sociali, mantenendo un forte radicamento sul territorio e una pericolosa capacità di infiltrazione nella società civile e nelle istituzioni locali, evidenziando anche una discreta proiezione in altre regioni soprattutto di quelle realtà criminali maggiormente strutturate».