Miracolosa «conversione» a suon di like. Che si fa per un voto…
Napoli è campione d’Italia e, come per miracolo, due volti noti della politica campana si sono scoperti folgorati dallo spirito azzurro. Non sulla via di Damasco, certo, ma su quella ben più battuta dei social e dei voti. Gaetano Manfredi, residente a Nola e juventino doc fino a ieri, oggi tifa Napoli col cuore in mano. Vincenzo De Luca, potentino di nascita e salernitano d’adozione, si commuove davanti ai trionfi della squadra partenopea. Una passione riscoperta solo a telecamere e microfoni accesi. Quando conviene, insomma.
Manfredi: «Mi è venuto quasi un infarto». L’emozione a orologeria
Il primo cittadino partenopeo non ha perso l’occasione per raccontare il suo «viaggio di fede» sportiva: «Nella vita ci sono tante conversioni, anche questa è una conversione. Sto veramente tifando Napoli». E ancora: «Sto tifando Napoli – ha aggiunto – sia perché sono il sindaco di questa città ma anche perché sento davvero una partecipazione emotiva. Devo dire che ho sofferto nel vedere in parallelo la partita dell’Inter contro la Lazio e quella del Napoli contro il Parma e mi è venuto quasi un infarto. Ho sperimentato sulla mia pelle la partecipazione».
Insomma, il cuore ha fatto bum. Peccato che questa improvvisa passione arrivi solo con lo scudetto praticamente conquistato, dopo gli articoli, dopo i riflettori. Prima, tutto taceva. E anche oggi, in realtà, di concreto non si vede nulla e lo stadio Maradona giace lì, desolato. Senza prospettive di ristrutturazione.
De Luca: pioggia di like, ma zero soldi per lo stadio Maradona
Anche il presidente della Regione Campania si è lanciato in un post celebrativo: «Che grande soddisfazione! Il Napoli è campione d’Italia per la quarta volta nella sua storia. Un risultato straordinario, frutto di impegno, bravura e determinazione. Complimenti a tutta la squadra, alla società, al presidente De Laurentiis e a mister Conte per questo capolavoro sportivo». Belle parole, nessun fatto.
Per il Maradona, la Regione non ha stanziato un centesimo. Eppure, sempre la Regione Campania nel 2024 ha destinato 150 milioni di euro per rifare lo stadio Arechi e per trasformare il campo Volpe in un centro provvisorio per la Salernitana. A Napoli? Nulla. Né progetti né intenzioni. Solo la solita passerella social.
De Laurentiis deve investire, ma trova solo muri
Stando ai due convertiti del tifo azzurro, il futuro dello stadio dovrebbe essere affare del governo centrale o – ovviamente – del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis. A lui chiedono di rifare il Maradona, mentre lui preferirebbe costruire un nuovo stadio altrove e di avviare finalmente un centro sportivo. Ma senza alcun supporto. Nessuna corsia preferenziale, nessun terreno pronto, solo ostacoli e burocrazia. E così, per ora, De Laurentiis non ha fatto nulla. E non è difficile capirlo: con questi signori, chi sarebbe tanto folle da investire?
Capitale europea dello sport? Sulla carta
Dal Comune intanto si continua a sbandierare con orgoglio che Napoli sarà Capitale europea dello sport nel 2026. Peccato che il riconoscimento risalga al 2023 e, da allora, nessun fatto concreto sia stato presentato. Le strutture sportive sono poche, malandate, spesso inutilizzabili. E a meno di due anni dall’evento, non si muove foglia. A oggi, Napoli è capitale solo sulla carta intestata. E nei comunicati stampa.
Maradona fuori dagli Europei 2032? Nessuno muove un dito
A preoccupare, poi, c’è il rischio che lo stadio Maradona venga escluso dagli impianti degli Europei del 2032. Una minaccia reale, ma nessuno – né dal Comune né dalla Regione – sembra voler fare qualcosa. Silenzio totale. Nessuna iniziativa concreta. Nessuna presa di posizione. Conclusione: amore a comando, soldi mai. Manfredi e De Luca si sono convertiti. Ma non alla fede sportiva: alla convenienza elettorale. Per Napoli campione, solo selfie, frasi fatte e nessun euro. Per il resto, si continua a vivere di slogan. E a tifare – quando serve – davanti a una fotocamera.