Tartufi, riforma attesa da 40 anni: pdl Cerreto per un settore più moderno e tutelato

L’Italia è leader mondiale nella produzione ed esportazione di tartufi

Dopo quasi quarant’anni, il settore della tartuficoltura si prepara a un cambiamento epocale. È stata presentata il 22 marzo a Piedimonte Matese, la Città del Tartufo, la proposta di legge dell’on. Marco Cerreto (Fratelli d’Italia), un’iniziativa che punta a regolamentare in modo più chiaro e completo la cerca, la raccolta, la coltivazione e la commercializzazione del tartufo, oltre a garantire la salvaguardia delle tartufaie naturali e controllate.

Una normativa superata da aggiornare

Questa proposta, depositata il 14 marzo scorso, nasce dall’esigenza di aggiornare una normativa che risale alla legge quadro del 1985, una normativa ormai superata che nel tempo si è rivelata lacunosa e incapace di rispondere alle esigenze di un settore in continua evoluzione. «Questa iniziativa apre le porte a riflessioni importanti che porteremo avanti congiuntamente ai rappresentanti del settore, siano essi professionisti o hobbisti, oltre che con le Regioni e lo Stato» ha dichiarato Cerreto durante la presentazione della proposta.

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Il valore economico del tartufo italiano

Il tartufo non è solo un prodotto pregiato della terra, ma un vero e proprio simbolo della cultura agroalimentare italiana, un’eccellenza che racchiude in sé la storia e la tradizione delle regioni in cui cresce spontaneamente. L’Italia detiene un primato mondiale nella produzione e nell’esportazione di questo fungo sotterraneo, un mercato che nel solo territorio nazionale vale circa 200 milioni di euro l’anno, mentre a livello globale ha raggiunto nel 2024 un valore di oltre 400 milioni di dollari e che si stima sfiori i 600 milioni entro il 2029.

Tuttavia, a fronte di un valore economico così rilevante, di cui l’Italia detiene la fetta maggiore, il settore ha sofferto per anni l’assenza di una regolamentazione adeguata, capace di garantire trasparenza, sostenibilità e tutela sia per gli operatori sia per l’ambiente.

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Le principali novità della riforma

La nuova legge si propone di colmare queste lacune con un impianto normativo organico e dettagliato. Tra le principali innovazioni vi è l’introduzione di una chiara distinzione tra i raccoglitori professionisti e quelli hobbisti, ognuno con specifici diritti e doveri, al fine di rendere più equa la gestione della raccolta.

Viene introdotto un sistema di registrazione digitale che consente di monitorare l’attività dei tartufai e la raccolta stessa, garantendo una maggiore trasparenza nel mercato e contribuendo alla lotta contro la raccolta illegale. Inoltre, si rafforza la regolamentazione delle tartufaie naturali controllate e coltivate, riconoscendo il diritto di proprietà sui tartufi raccolti in queste aree e incentivando pratiche di gestione sostenibile per la loro conservazione e produttività.

Un piano strategico per la tutela ambientale

Un altro aspetto fondamentale della proposta riguarda la tutela ambientale. La legge prevede la creazione di un Piano di settore del tartufo, uno strumento strategico che guiderà le politiche di gestione e sviluppo del comparto, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità delle attività di cerca, raccolta e coltivazione.

A supporto di queste misure, sarà istituito un Tavolo tecnico composto da esperti del settore, rappresentanti istituzionali e studiosi, con il compito di monitorare e analizzare l’evoluzione del comparto tartufigeno. Sarà inoltre attivato un Osservatorio economico e di mercato permanente, che raccoglierà dati sulle dinamiche produttive e commerciali, fornendo agli operatori strumenti utili per affrontare le sfide future.

L’autonomia regionale nella gestione del tartufo

Uno degli aspetti centrali della riforma riguarda anche l’autonomia delle Regioni nella gestione delle attività legate al tartufo. La legge stabilisce un quadro normativo nazionale, ma lascia alle Regioni e alle Province Autonome la possibilità di disciplinare nel dettaglio le modalità di raccolta, coltivazione e gestione delle tartufaie sul proprio territorio.

Questo principio garantisce che ogni Regione possa adattare le disposizioni alle specificità ambientali ed economiche locali, mantenendo al contempo una visione d’insieme coerente con le esigenze nazionali. L’intervento normativo, quindi, bilancia l’uniformità delle regole di base con la necessaria flessibilità operativa a livello locale, permettendo di valorizzare al meglio le risorse tartufigene di ogni area geografica.

Tracciabilità e trasparenza nel commercio

Oltre agli aspetti legati alla produzione, la legge introduce nuove regole sulla tracciabilità e sul commercio del tartufo. Per garantire una maggiore tutela del consumatore e preservare l’autenticità del prodotto italiano, viene reso obbligatorio un sistema di etichettatura chiaro e dettagliato, che specifichi la specie e la percentuale di tartufo contenuta nei prodotti trasformati. La legge prevede inoltre l’adozione di una documentazione rigorosa sulla raccolta e la vendita, rendendo obbligatorio per ogni raccoglitore annotare la quantità, la data e l’origine dei tartufi raccolti, da comunicare periodicamente agli enti di controllo.

Regime fiscale e certificazione delle piante micorrizate

Per la prima volta, la normativa affronta in modo dettagliato anche il regime fiscale del settore. È prevista un’imposta sostitutiva di 100 euro per i raccoglitori occasionali, mentre per i produttori professionali viene introdotto un regime agevolato che tiene conto della stagionalità e delle peculiarità della produzione tartufigena. Un altro aspetto innovativo è la regolamentazione della produzione e commercializzazione delle piante micorrizate, le cui modalità di certificazione saranno stabilite da un decreto ministeriale, per garantire la qualità e la tracciabilità del materiale vivaistico destinato alla coltivazione dei tartufi.

Controlli e sanzioni più rigorosi

La proposta di legge introduce infine un nuovo sistema di controlli e sanzioni, volto a contrastare le pratiche illecite e a proteggere la qualità del prodotto italiano. I controlli saranno affidati ai Carabinieri Forestali, alle ASL e all’Ispettorato per la qualità agroalimentare, mentre le sanzioni saranno applicate in modo rigoroso nei confronti di chi viola le norme sulla raccolta, sul commercio e sulla gestione delle tartufaie. Tra le misure previste vi è la sospensione del tesserino per i raccoglitori che non rispettano le regole, con provvedimenti progressivi che possono arrivare fino a un anno di interdizione in caso di reiterazione delle infrazioni.

Un nuovo futuro per il settore tartufigeno

Questa riforma rappresenta una svolta fondamentale per il settore tartufigeno, segnando il passaggio da una regolamentazione frammentaria e superata a un impianto normativo moderno e al passo con le esigenze di un mercato in continua evoluzione. Con questa legge, il tartufo viene finalmente riconosciuto non solo come un’eccellenza gastronomica, ma anche come una risorsa economica e culturale da tutelare e valorizzare. «Un’eccellenza italiana che merita di essere valorizzata e tutelata, come è nello stile del Governo Meloni e del Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida» ha aggiunto Cerreto.

L’on. Cerreto ha voluto sottolineare l’importanza del contributo di associazioni, tecnici e funzionari della Regione Campania, che con la loro competenza e dedizione hanno reso possibile questo percorso legislativo. «Ringrazio tutti coloro che si sono impegnati in questo bellissimo percorso, associazioni, tecnici e funzionari della Regione Campania che, con competenza e professionalità, hanno messo a disposizione il proprio know-how per il bene collettivo» ha dichiarato il deputato.

A riprova dell’approccio inclusivo adottato per questa riforma, nei prossimi giorni il Sottosegretario di Stato Patrizio La Pietra convocherà il Tavolo di settore sul tartufo, per garantire un confronto aperto e costruttivo con tutti gli attori coinvolti. Grazie a questa iniziativa, la filiera tartufigena italiana potrà finalmente contare su una normativa chiara, moderna e capace di rispondere alle sfide del futuro, consolidando il ruolo dell’Italia come leader mondiale nella produzione di tartufi.

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