L’agguato nel Rione Toiano di Pozzuoli
Duplice omicidio di camorra in provincia di Napoli: dopo 27 anni arrivano 4 arresti. È stata data esecuzione ad una ordinanza della misura della custodia cautelare in carcere adottata – su richiesta del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli Aldo Policastro – dalla Quinta Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli nei confronti di Gaetano Beneduce, Gennaro Longobardi, Salvatore Cerrone e Nicola Palumbo, in seguito alla sentenza emessa il 18 luglio 2024 con la quale sono stati condannati alla pena dell’ergastolo per il duplice omicidio di Domenico Sebastiano e Raffaele Bellofiore, commesso il 19 giugno 1997 nel Rione Toiano di Pozzuoli da un commando, composto da almeno 4 persone armate di fucili a canne mozze.
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Gli imputati erano stati già condannati alla pena dell’ergastolo con sentenza emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli, sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Napoli il 2 febbraio 2021, poi annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione il 14 luglio 2022.
La nuova sentenza
La Quinta Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli, il 18 luglio ha, dunque, emesso sentenza di condanna – ricorribile in Cassazione e quindi non ancora passata in giudicato e non definitiva – all’esito di una compiuta disamina di tutti gli elementi di prova acquisiti nel giudizio e, in particolare, all’esito della rinnovazione istruttoria con audizione di due nuovi collaboratori di giustizia, esponenti di rilievo del clan Polverino, che di recente hanno iniziato a collaborare con Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli.
Nella sentenza si ricostruiscono attentamente tutte le fasi della deliberazione dell’efferato episodio criminoso motivato dalla volontà degli imputati di affermare la egemonia sul territorio di Pozzuoli anche mediante l’alleanza con «Quartaiuoli». Secondo la ricostruzione, il duplice omicidio fu deliberato e organizzato con il supporto del clan Polverino che mise a loro disposizione uomini e mezzi per favorire la fuga del commando dopo l’esecuzione dell’omicidio.
I collaboratori di giustizia
I collaboratori hanno ricostruito l’accurata programmazione dell’omicidio e hanno consentito di consolidare il quadro probatorio, riscontrando il narrato degli altri collaboratori che avevano reso dichiarazioni in precedenza. Gli imputati erano tutti liberi per questi fatti perché scarcerati il 19 luglio 2022 per decorrenza del termine di fase e sottoposti esclusivamente all’obbligo di dimora, tre imputati erano già detenuti per altro, uno era sottoposto alla misura di sicurezza della casa di lavoro.
Tali circostanze hanno imposto la richiesta e la successiva ordinanza cautelare, tenuto conto della sussistenza delle esigenze cautelari – gravità dei fatti, pericolosità degli imputati e pericolo di fuga- e la condanna alla massima pena dell’ergastolo.