In fuga il boss Massimiliano Esposito
Blitz anticamorra: 11 arresti, il boss Massimiliano Esposito riesce a sfuggire alla cattura. Sgominato il clan che gestisce spaccio e parcheggi nella zona occidentale di Napoli. Questo è il bilancio dell’operazione della polizia di Stato, che questa mattina ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 esponenti del clan Esposito-Nappi dei quartieri di Bagnoli, Agnano e nelle aree limitrofe. Undici persone sono finite in manette, mentre 2 sono sfuggite alla cattura e sono ricercate dalla Squadra Mobile di Napoli.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione di stampo mafioso, detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, detenzione e porto di armi – comuni e clandestine – e ancora ricettazione e favoreggiamento personale, tutti aggravati dal metodo mafioso. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato Bagnoli, hanno documentato come il clan fosse in grado di gestire i business illegali nella zona occidentale di Napoli grazie all’Alleanza di Secondigliano e ai legami con esponenti di spicco del clan Licciardi.
A parte la gestione dello spaccio di droga, il clan Esposito-Nappi gestirebbe i parcheggi abusivi nell’area di Bagnoli e dei locali notturni che animano il quartiere flegreo. Le indagini, infatti, hanno documentato come gli esponenti del clan obbligassero, minacciandoli, i parcheggiatori abusivi a corrispondere loro ingenti somme di denaro per poter continuare a svolgere la loro attività, con introiti che raggiungevano anche i 5mila euro al giorno e che andavano a rimpinguare la cassa comune dell’organizzazione. Numerosi i riscontri forniti anche in merito alla disponibilità, da parte del clan, di armi da fuoco, parte delle quali sequestrate nel corso delle indagini.
L’agguato risolto dopo 24 anni
Nell’ambito del blitz gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito una seconda ordinanza per un omicidio risolto dopo 24 anni. Il G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, infatti, ha ordinato l’arresto del boss Massimiliano Esposito e un altro indagato. I due sono accusati del reato di omicidio aggravato dal metodo mafioso, in relazione all’uccisione di Antonio Ivone, avvenuta il 29 agosto 2000 nel Rione Traiano.
Quest’ultimo fu vittima di un agguato di stampo camorristico nel corso del quale fu ucciso con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi a breve distanza, mentre si trovava seduto all’esterno di un bar. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire il contesto nell’ambito del quale maturò il grave fatto di sangue. L’omicidio Ivone, infatti, viene inquadrato dall’Antimafia nell’ambito di uno scontro tra l’ormai disciolto clan D’Ausilio – dalle cui ceneri è nato il clan Esposito-Nappi – e i gruppi criminali avversi, per il controllo delle attività illecite nella zona di Bagnoli e nell’area flegrea.