Dalle indagini è emerso che Carlo Montella «operava» anche dalla struttura sanitaria
Dopo l’incidente stradale in cui era morta la moglie, e in cui lui stesso aveva riportato gravi traumi, anche alla testa, è riuscito a simulare una patologia che gli ha consentito non solo di mettere per lungo tempo in stand-by i suoi processi, ma anche di percepire una pensione di invalidità. Era riuscito a ingannare i medici e a passare per un malato di mente, incapace di sostenere i processi dove era imputato per reati gravissimi, Carlo Montella, l’ex esponente di spicco del clan angrese dei Tempesta, capeggiato dal boss Tommaso Nocera.
A Montella la Dia di Salerno ha confiscato beni immobili per oltre due milioni di euro. La sua condizione di salute era risultata addirittura incompatibile con il carcere, tanto è vero che ne venne disposto il trasferimento in una casa di cura specializzata. Ma la malattia che dimostrava di avere non ha mai convinto del tutto l’ufficio inquirente di Nocera Inferiore, coordinato dal procuratore Antonio Centore, che ha deciso di tenere sotto controllo il presunto paziente con videoriprese e intercettazioni telefoniche e ambientali.
Ed è stato così che si è riusciti a scoprire che, invece, Montella non solo era del tutto sano di mente, ma che da quella struttura sanitaria riusciva perfettamente a gestire un lucroso giro di usura e di estorsioni. Le prove raccolte dalla DIA di Salerno hanno consentito alla Procura di Nocera Inferiore di confutare le perizie mediche sulle quali si poggiavano le sue false patologie psichiatriche e di riportare l’imputato al cospetto dal giudice, anche per il reato di truffa ai danni dello Stato per la vicenda della pensione di invalidità percepita indebitamente. Si è così giunti a sentenze e condanne, alcune passate in giudicato, per omicidio pluriaggravato, associazione camorristica, usura, estorsione ed altri reati cosiddetti minori.
I beni confiscati
Tra i beni a cui la Dia di Salerno ha messo i sigilli figurano un complesso immobiliare (il «Parco Concetta»), costituito da appartamenti, garage e altre aree non edificate che si trova ad Angri, e un altro immobile, situato a Sant’Egidio del Monte Albino. Beni già sequestrati nel settembre 2022 insieme con circa 160mila euro.
Il decreto di confisca della sezione misure di prevenzione del tribunale di Salerno – notificato a Carlo Montella nel carcere di Parma, dov’è attualmente detenuto – fa seguito alla sentenza emessa lo scorso primo luglio dalla Corte di Cassazione e le risultanze investigative degli inquirenti hanno anche consentito di delineare il patrimonio riconducibile a Montella sottoposto a confisca.