Al Sud investimenti pubblici e Pnrr spingono la crescita

Fitto: «Concreto cambio di passo della crescita economica ed occupazionale»

Il Sud cresce e nel 2023 il Pil nel Mezzogiorno è salito dell’1,3% contro una media nazionale ferma allo 0,9% e a crescere è anche il lavoro con gli occupati che in un anno sono aumentati del 2,6% a fronte di una media nazionale 1,8%. A spingere la crescita l’avanzamento dei lavori pubblici con il Pnrr, spinta decisamente più evidente che nelle altre aree del Paese, saliti in un anno nel 2023, del 16,8% al Sud, contro il +7,2% del Centro-Nord. Nel complesso delle regioni meridionali gli investimenti in opere pubbliche sono cresciuti da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord).

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«Questi dati confermano il concreto cambio di passo della crescita economica ed occupazionale delle regioni del Sud», dice il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. «Il rapporto evidenzia che questo risultato è dovuto all’attuazione del Pnrr e al completamento della spesa dei programmi di investimenti del ciclo di programmazione 2014-202». In dettaglio gli investimenti in opere pubbliche hanno generato effetti espansivi più intensi al Sud, con un contributo al Pil del Mezzogiorno del 2023 pari a circa mezzo punto percentuale (il 40% circa della crescita complessiva).

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La spesa pubblica per incentivi alle imprese al Sud invece è stata decisamente inferiore che al Centro nord per la minore capacità del tessuto produttivo meridionale di assorbire le misure «a domanda» di incentivo di ammodernamento tecnologico e digitale finanziate dal Pnrr.

La crescita del turismo

Sulla crescita però hanno inciso in maniera determinante anche il terziario e soprattutto l’incremento dl turismo: la crescita delle presenze turistiche è risultata di circa un punto percentuale più accentuata nell’area centro-settentrionale (+8,5% nel Sud, + 9,7% nel Centro-Nord), ma nel Mezzogiorno si è mostrata più accentuata la crescita degli arrivi dell’estero, ai quali sono associati livelli di spesa turistica significativamente più elevati.

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Positiva la dinamica del Pil in tutte le regioni meridionali anche se emerge la crescita della Sicilia (+2,2%) e omogenea e sostenuta è anche quella di Abruzzo, Molise (+1,4%), Campania (1,3%) e Calabria (1,2%), con alcune differenze di carattere settoriale. In Abruzzo la crescita ha riguardato anche il settore industriale (+2%) che invece ha registrato una riduzione in Campania (-0,7%). Va segnalato, però, che la Campania risulta la regione italiana con la maggiore crescita delle esportazioni nel 2023 (+29%).

In Calabria l’incremento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale (-4,8%). Più bassa la crescita in Basilicata (+0,9%) e Puglia (+0,7%). La Basilicata ha risentito di un calo dell’industria (-2,7%) più intenso di quello osservato per la media delle regioni del Mezzogiorno, compensato dalla buona performance del settore delle costruzioni (+8,4%, la crescita più intensa tra le regioni meridionali). La congiuntura dell’economia pugliese è stata segnata dalla forte caduta del valore aggiunto agricolo (-8,7%).

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