«Parole di De Luca violente e divisive: lo Stato non isoli don Patriciello»

L’affondo dell’onorevole Bicchielli all’evento «Popolari e moderati in Europa»

Un’Europa che metta al centro politiche a favore della natalità e a sostegno della famiglia, con un’Italia sempre più protagonista e forte di una nuova visione politica, una visione che si affranchi dalle logiche dell’assistenzialismo e punti invece su crescita dei salari e delle imprese. E con un Sud in grado di camminare sulle sue gambe, trascinata da Napoli capitale.

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È il cuore del progetto per le Europee di Noi moderati, illustrato ieri sera a Napoli, allo Iav club, dal leader di Noi moderati Maurizio Lupi all’evento «Popolari e moderati in Europa». Sul palco anche il deputato Pino Bicchielli (coordinatore regionale in Campania di Noi moderati) e l’avvocato Riccardo Rosa, candidato di Noi moderati alle Europee (presente nella lista Forza Italia – Noi moderati). Ad aprire i lavori è stato l’avvocato Riccardo Guarino, coordinatore provinciale a Napoli di Noi moderati ed organizzatore dell’iniziativa.

Sono intervenuti con un loro contributo anche Leonardo Lasala, segretario Noi Moderati-Napoli; Guido Guida, vice coordinatore cittadino Noi moderati Napoli; l’avvocato Maria Caprioli, responsabile Enti locali provincia di Napoli per Noi Moderati.

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Lupi: «Politiche a favore della natalità e a sostegno della famiglia»

«L’Europa e l’Italia stanno invecchiando, si dice nel 2050 l’Europa raddoppierà la popolazione anziana sopra gli 80 anni. Per questo una delle priorità della prossima legislatura deve essere attuare politiche a favore della natalità e a sostegno della famiglia – ha detto Lupi – Tutte le spese che ogni singolo Paese fa per queste singole politiche devono essere detratte dal Patto di stabilità».

Altro obiettivo da centrare è quello dei salari. «Abbiamo una sfida nella sfida, far crescere i salari – ha aggiunto -. Inoltre ci attende la sfida del rinnovo dei contratti. Più di quattro milioni di lavoratori dipendenti hanno ancora i contratti da rinnovare, dobbiamo lavorare per stimolare questo rinnovo». Lupi ha poi sottolineato l’importanza di sostenere le imprese per incentivare il lavoro e archiviare la «stagione dell’assistenzialismo» di governi passati: «Siamo sempre stati contro il reddito di cittadinanza non perché non siamo coscienti che bisogna aiutare chi sta indietro, ma perché siamo coscienti che la dignità di un uomo passa attraverso il diritto al lavoro non all’elemosina di assistenza».

Il centrosinistra

Critiche anche al salario minimo: «Con il salario minimo la persona non può crescere e resta sempre dipendente del potente di turno. Invece la nostra idea è che se stai indietro, se cadi, lo Stato ti aiuto a rialzarti affinché tu possa andare avanti con le tue gambe e non dipenda più dallo Stato o dal politico di turno».

Lupi ha quindi attaccato il Superbonus introdotto dal Governo Conte e abolito dal Governo Meloni: «Noi abbiamo sostenuto da sempre la linea del ministro Giorgetti, perché il Superbonus è stata una vergogna, una patrimoniale al contrario perché si sono favoriti i ricchi, quelli che potevano ristrutturare le ville, a scapito dei poveri. Era giusto porre uno stop e tra l’altro, in questo decreto, si spalma la fiscalità 2024», ha detto Lupi.

Che dal palco ha puntato l’indice contro l’allora presidente del Consiglio che sostenne la misura: «Io da Conte non mi faccio dare lezioni di moralità – ha incalzato Lupi -. Andare in tv e dire ‘fate tutto perché è tutto gratis’ è un’azione politicamente immorale perché i soldi sono di tutti. Le case ristrutturate sono state al 4 per cento e ad avere più vantaggi sono stati i più ricchi».

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Riccardo Rosa: «Siamo un elemento di rottura»

A rappresentare il progetto di Noi moderati per l’Europa, nella circoscrizione Italia meridionale, è il candidato Riccardo Rosa: «Se pensiamo che andare in Europa sia utile solo ai nostri interessi, affari lobbistici, a riempire le nostre tasche, la gente lo capisce perché non è stupida e dice basta a questo tipo di voto. Noi siamo un elemento di rottura, che vuole cambiare lo stato delle cose. Vogliamo lasciare qualcosa di positivo per i nostri figli. Noi dobbiamo accomunare verso valori di amicizia il popolare meridionale e facendo così avremo una politica di attrazione Sud che guarderà gli interessi specifici di ciascuno di noi e dei settori competitivi che faranno grande il Meriodione d’Italia come lo era un tempo con Napoli capitale».

Guarino: «Napoli da troppi anni è lasciata da sola»

E Napoli è stata al centro dell’intervento dell’avvocato Riccardo Guarino, che ha invocato un cambio di passo nell’amministrazione della città ma anche della Regione. «Napoli è una grande città, con tante risorse importanti ma da troppi anni è lasciata da sola. Oggi c’è un grande immobilismo: Napoli è isolata, prima con De Magistris. E oggi con questa querelle tra Manfredi e De Luca che sono separati in casa, la città continua a pagarne le conseguenze».

«Serve una svolta – ha sottolineato Guarino – perché i cittadini pagano sui servizi essenziali, su una mancanza di sicurezza in città, sui servizi sanitari che non sono adeguati. Non siamo cittadini di serie C, dobbiamo mettere in moto qualcosa che sia una scossa e che faccia sentire i campani cittadini di serie A. Grazie all’impegno di Noi moderati stiamo riattivando delle politiche sui professionisti, sui giovani, sui lavoratori perché Napoli non ha bisogno di assistenzialismo, ma di sviluppo, di lavoro, ha bisogno di dignità del lavoro per far crescere le famiglie, riprendere la natalità e sviluppare la società con gli antichi valori di cui noi siamo portatori».

Bicchielli e l’esempio di Falcone e Borsellino

Un attacco frontale al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lo ha sferrato dal palco il deputato Pino Bicchielli, che ha criticato «le parole violente» di De Luca su don Patriciello: «L’ho detto in Commissione e lo ripeto: Falcone e Borsellino furono uccisi quando pezzi dello Stato iniziarono a deriderli, a dire che non rappresentavano più lo Stato, quindi oggi De Luca ha una responsabilità enorme su quell’uomo – ha osservato -. Usare quelle parole contro chi quotidianamente combatte contro la pedofilia, contro lo spaccio di droga, contro la criminalità organizzata, sapete cosa vuol dire? Vuol dire che lo Stato, il suo stato perché De Luca ha un suo stato, non è più con te. Invece noi vogliamo dire a don Patriciello che lo Stato vero, lo Stato delle persone perbene, lo Stato che ha la responsabilità di difendere chi combatte per la legalità è con lui e sarà sempre con lui».

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