Inchiesta sui soldi del clan Contini, il fuoco di fila dei pentiti

I collaboratori parlano di un coinvolgimento del titolare della pizzeria «Dal Presidente» nelle piazze di spaccio e nelle scommesse illegali

Sono diversi i collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni su Massimiliano Di Caprio, titolare della pizzeria «Dal presidente» arrestato insieme ad altre quattro persone nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio in favore del clan Contini. Secondo i pentiti Di Caprio avrebbe svolto «plurime attività criminali nel corso del tempo per conto di diversi clan camorristici o cellule criminali».

Alcune dichiarazioni hanno fatto riferimento all’attività di gestione di punti scommesse illegali, secondo quanto hanno riferito i collaboratori Yassir Atid (clan Giuliano) e Salvatore Russomagno (clan Mazzarella). Oltre alle loro, ci sono state dichiarazioni rese da altri collaboratori di giustizia in ordine alla presunta gestione di piazze di spaccio da parte di Di Caprio.

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È tutto nero su bianco nei verbali di pentiti appartenenti al clan Misso al rione Sanità (Mariano Mirante, Giuseppe Misso ed Emiliano Zapata Misso); in quelli di Raffaele Garofalo (clan Giuliano), di Maurizio Overa (clan Mariano) e Giovanni Piana (clan Abbinante).

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Tra loro anche Salvatore Giuliano e Genny ‘a Carogna

Infine, come visto, sulla riconducibilità al Di Caprio della gestione della pizzeria, sulle modalità di acquisizione dell’impresa commerciale, la Procura ha acquisito le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Gennaro De Tommaso, noto come Genny ‘a Carogna, e da Salvatore Giuliano, che prima della sua scelta di collaborare con lo Stato, fu riconosciuto responsabile dell’omicidio della 14enne Annalisa Durante.

Fondamentale nell’inchiesta è anche il ruolo all’interno del clan Contini del cognato di Di Caprio, Vincenzo Capozzoli, Enzuccio ‘a miseria all’anagrafe di camorra. Viene descritto come un affiliato storico del clan, che avrebbe via via assunto maggiore importanza, fino a divenire il referente del Borgo, anche a seguito dei numerosi e arresti che hanno colpito i vertici del clan.

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