Un sesto ricoverato in gravi condizioni
Strage sul lavoro in provincia di Palermo. Cinque operai morti. Tutto è successo intorno alle ore 14 di oggi: diverse squadre di vigili del fuoco sono interventute a Casteldaccia, in via Nazionale, presso un impianto di sollevamento di acqua reflue, per il soccorso di alcuni operai di una ditta esterna che durante alcuni lavori di manutenzione sono stati colti da malore all’interno della vasca di depurazione di acque reflue.
Sul posto sono intervenute 2 squadre dei pompieri dai distaccamenti di Brancaccio e Termini Imerese con il supporto della squadra Saf (speleo alpino fluviale) , dei Sommozzatori e del Nucleo Nncr (nucleare batteriologico, chimico e radilogico). Sono stati recuperati 7 operai (di questi 5 privi di vita il cui decesso è stato costatato dal personale medico presente sul posto), un operaio trasportato in ospedale e un operaio illeso. Le operazioni si sono appena concluse. Sul posto sono presenti inoltre i tecnici Spresal per le indagini di competenza e personale della Polizia di Stato.
Le vittime (Epifanio Assazia, 71 anni, che dovrebbe essere il contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera), sono morti uno dietro l’altro calandosi in un tombino dell’impianto fognario. È questa la prima ricostruzione della strage. Dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme.
Le cause poco chiare
«Non è ancora chiaro per quale motivo gli operai fossero dentro la vasca» ha spiegato Antonio Bertucci dei Vigili del fuoco. Si tratta di un impianto di sollevamento di acqua reflue dell’Amap, che si occupa della rete fognaria nel palermitano: gli operai erano alle dipendenze dell’Amap e di una ditta esterna e sono stati colti da malore all’interno della vasca di depurazione di acque reflue. «Le analisi sull’operaio trasferito in ospedale – ha continuato Bertucci – faranno probabilmente capire quali sono state le cause dell’intossicazione. Quando sono in gioco le acque reflue, vi possono essere diversi elementi, dal metano all’idrogeno solforato». Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, è giunto sul luogo della strage.