Soldi e pranzi in cambio di favori: 3 funzionari dell’Agenzia delle Entrate

Trenta complessivamente gli indagati

Soldi e pranzi al ristorante in cambio di favori su accertamenti fiscali, dichiarazioni dei redditi o successioni. Tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate sono finiti agli arresti domiciliari a Roma al termine di un’indagine della polizia. Coinvolti anche un dipendente in pensione dell’Agenzia e due professionisti contabili, tra cui un consigliere di maggioranza del Comune di Formello, che sono stati ora sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Trenta complessivamente gli indagati.

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I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Roma hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal gip su richiesta della Procura, che dispone le misure cautelari personali. Le accuse contestate dal pm Carlo Villani sono, a vario titolo, di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Per gli investigatori esisteva un «rodato» sistema corruttivo con al centro i tre dipendenti finiti ai domiciliari. A finire sotto la lente della polizia gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate di Roma 3 e Roma 4 dove i funzionari arrestati lavoravano.

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L’ipotesi accusatoria

A quanto ricostruito, i tre impiegati avrebbero utilizzato la loro posizione per favorire gli interessi di alcuni professionisti del settore contabile in cambio di compensi in denaro o anche del pagamento di pranzi al ristorante.

«Te ti rendi conto? Cioè ti rendi conto che situazione? Con tutto che lavoro tutto il giorno, e non riesco a lavorare i fatti miei. Questa è la tragicità della cosa. Un tempo lavoravo solo le cose mie e lasciavo da parte quelle dell’ufficio» avrebbe detto uno degli arrestati in un’intercettazione riportata nell’ordinanza del gip. Secondo il gip il colloquio carpito «dà la dimensione del fenomeno e dello stabile disbrigo di pratiche eseguito dietro compenso di privati».

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Per portare a termine le ‘operazioni’ si sarebbero anche avvalsi abusivamente dei sistemi informatici e telematici dell’anagrafe tributaria in dotazione all’Agenzia delle Entrate per consultare le informazioni necessarie a ottenere gli elementi utili alla conclusione delle pratiche relative ad accertamenti fiscali, a contratti di comodato o successioni per ottenere l’abbattimento totale o comunque una sensibile riduzione delle somme di denaro richieste dal fisco.

Le cifre richieste dai pubblici ufficiali per questo tipo di favori sarebbero variate a seconda dell’importo dell’avviso o della cartella, ma anche in base alla complessità della pratica. A quanto accertato dagli inquirenti le somme spaziavano dai 100 euro fino alle migliaia di euro. Ricostruiti dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura, tutti gli accessi abusivi alla rete informatica.

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