Delitto di Senago, una vicina: «Ho visto la cenere, pensavo a un barbecue»

Le ultime parole di Giulia all’amica: «Mi ha raccontato tutto, delle cose assurde»

Le ultime parole di Giulia Tramontano, inviate a un’amica tramite messaggio vocale poco prima del suo omicidio, sono state fatte sentire in aula nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato di avere ucciso la fidanzata incinta di sette mesi. «Mi ha raccontato tutto, delle cose assurde», spiegava la 29enne lo scorso 27 maggio, dopo essersi incontrata con la ragazza con cui il compagno aveva una relazione parallela. «Sono scioccata dalla vita che conduceva, dalle cose che ha fatto e che mi ha detto». Poco dopo, nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, Giulia è stata uccisa dall’uomo con 37 coltellate.

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Non appena è partita la voce della figlia, la mamma Loredana Femiano, presente in aula, è scoppiata in lacrime. Con lei c’era anche il papà Franco Tramontano, che prima dell’udienza ha lasciato un messaggio su Instagram. «Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci – ha scritto -, il vostro assassino deve marcire in galera».

Le testimonianze, le ricerche e i messaggi con Giulia

L’udienza si è aperta con la testimonianza del capitano Gianluca Bellotti, comandante della sesta sezione del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, che si è occupato dell’analisi del cellulare di Impagnatiello. In aula sono state mostrate le ricerche fatte online dall’ex barman nei giorni subito antecedenti e successivi al delitto, tra cui anche «Roberto Stasi Bollate», effettuata il 26 maggio e «ceramica bruciata vasca da bagno».

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Poi sono stati ripercorsi anche i messaggi tra lui e la compagna: «Non voglio più combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata», gli scriveva Giulia dopo una lite, due giorni prima dell’omicidio. «Saluta Thiago – scriveva invece la vittima dopo l’incontro con l’altra donna di Impagnatiello -, lo vedrai nel binocolo». Gli ultimi messaggi nella chat tra i due sono stati scritti tutti dall’ex barman dopo averla uccisa, fingendo di credere all’ipotesi di un allontanamento volontario. «Dicci solo che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto», le scriveva il 30 maggio, «Dicci solo che stai bene».

Impagnatiello freddo e collaborante

Come ha ricordato il capitano Bellotti, rispondendo alle domande dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo, in quei giorni lui era «assolutamente collaborante e anche freddo». Quando ha consegnato il cellulare «era molto disponibile anche alle nostre richieste del pin e delle password. Si è mostrato freddo, non agitato». Uno stato d’animo che, secondo la testimonianza, ha mantenuto anche quando ha saputo di essere indagato per omicidio il 31 maggio, per poi avere «un crollo» e «vacillare» qualche ora dopo.

Le altre testi

Sono stati sentiti anche l’amica di Giulia e una vicina di casa che aveva visto «la cenere» sul pianerottolo di Impagnatiello, in quanto lui aveva tentato di bruciare il corpo di Giulia nella vasca da bagno. «Ho notato – ha detto – tracce di cenere dall’appartamento di sotto fino al garage di Impagnatiello, era molto sporco. Ho pensato che Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello avessero fatto un barbecue». Ascoltato anche un commesso di una ferramenta di Senago che gli aveva venduto in quei giorni un carrellino.

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«Oggi ti ho cercata ovunque, come ogni volta che torno a Milano», ha scritto su Instagram la mamma della 29enne dopo l’udienza. «Ma ti ho trovata solo in aula, dove ancora oggi ho pianto, ma sono stata orgogliosa di te, di come con il tuo principe azzurro Thiago hai provato a riprenderti la vita. Non avrò mai pace». L’esame in aula di Impagnatiello, difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, è stato fissato per il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l’omicidio. Il 23 dello stesso mese saranno sentiti gli ultimi testi dell’accusa e il 10 giugno i primi della difesa.

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