Stangato l’assassino di Giogiò: massimo della pena

Il giudice ha accolto la richiesta avanzata dalla procura

Il massimo della pena prevista per il 17enne accusato della morte di Giovanbattista Cutolo. Poco fa il gup del tribunale per i Minorenni di Napoli ha condannato il ragazzo a 20 anni di carcere per aver ucciso, il 31 agosto scorso, il giovane musicista. Il giudice ha accolto la richiesta avanzata dalla procura.

La madre: «Questa sentenza così importante scrive una pagina di storia»

«Tutta Italia voleva questa sentenza e soprattutto mi aspetto che adesso i minori non escano più in strada con i coltelli, con i tirapugni e con pistole e che non uccidano i figli di tante persone perbene, sentendosi impuniti» ha commentato Daniela Di Maggio, subito dopo la sentenza. «Questa sentenza così importante scrive una pagina di storia e la chiamerei la rivoluzione di Giogiò», aggiunge la donna, visibilmente commossa, ringraziando poi il pubblico ministero, l’avvocato Claudio Botti, il giudice Lucarelli, gli amici di suo figlio e i suoi familiari.

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«Secondo me è un segnale potente per tutta la società civile – sottolinea Di Maggio – quando c’è un’indignazione vera e le coscienze si scuotono, vuol dire che tutti si muovono intorno a un progetto e a un obiettivo».

«Quella di oggi non è vendetta – spiega – ma giustizia, perché chi fa un crimine efferato volontario senza motivo deve essere punito. C’è anche tutta la parte riabilitativa che sta facendo, quindi nessuno di noi è un criminale che si vuole vendicare». Per questa sentenza «conta tanto il fatto che io mi sia esposta e che abbia avuto il coraggio di dire delle cose che non erano mai state dette. Questa sentenza dice che chi combatte per la verità e per la giustizia raggiunge dei risultati eccellenti. Credo di aver scritto una pagina nel nostro Paese, una pagina importante. È la dimostrazione che, quando uno vuole ottenere un risultato e un cambiamento a favore della giustizia, le cose si ottengono».

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Le tensioni

«Il padre del killer ha sfidato gli amici di mio figlio con aria da boss, da criminale. Come si fa a riabilitare il figlio di un individuo del genere?» ha commentato ancora la madre Daniela Di Maggio le tensioni avvenute all’esterno del Tribunale per i minorenni di Napoli dove i parenti del ragazzo hanno offeso e minacciato gli amici di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso lo scorso 31 agosto a Napoli.

«La riabilitazione la sta facendo – aggiunge la mamma di Giogiò – vediamo come ne esce. Se non si riabilita la coscienza, esci e delinqui e uccidi di nuovo. È un percorso di violenza, per questo ha avuto il massimo della pena, perché ha ucciso Giogiò volontariamente e ha sparato a mio figlio mentre scappava». Gli atteggiamenti dei parenti di L.B. «non mi intimoriscono – sottolinea Di Maggio – sono delle persone becere, che non contano niente. Chi sa cosa è un clan e cos’è il ‘sistema partenopeo’, sa bene che questa gentucola del killer di mio figlio viene schifata pure dai grandi boss del sistema, perché è gentarella inutile»

Il legale: «Ci aspettavamo una pena meno dura»

«Il ragazzo ha mostrato segni di ravvedimento, ha fatto ritrovare l’arma, ha fornito informazioni su coloro che erano con lui quel giorno e ha rivolto le sue scuse alla famiglia. Ci aspettavamo una pena meno dura». Così l’avvocato Davide Piccirillo, legale del 17enne. «Attendiamo di conoscere le motivazioni – ha aggiunto l’avvocato Piccirillo – poi presenteremo appello».

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