La tragedia di Bologna: Stefania, Giorgia, Mattia e Giulia soffocati dal fumo

Una famiglia sterminata da un’intossicazione

Il fuoco ormai non c’era più ma c’era fumo ovunque nell’appartamento al quarto piano di via Bertocchi a Bologna e non ha lasciato scampo a una mamma e ai suoi tre bambini piccoli. Sono morti tutti e quattro di notte, in camera da letto, probabilmente nel sonno: Stefania Alexandra Nistor, 32enne, la figlia di sei anni, Giorgia Alejandra, e i gemelli di due, Mattia Stefano e Giulia Maria. Una famiglia sterminata da un’intossicazione, generata da un cortocircuito che ha coinvolto l’impianto elettrico e una stufetta forse difettosa. Le finestre chiuse hanno fatto il resto.

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Le prime verifiche dei vigili del fuoco e degli agenti di polizia, intervenuti con diverse squadre poco prima dell’una nel condominio di nove piani in zona Barca, su segnalazione di una persona al piano superiore, si sono concluse senza molti dubbi: la causa del rogo è accidentale. Non ci sono altre abitazioni coinvolte o danneggiate. Saranno fatti ulteriori accertamenti e la Procura, con il pm di turno Elena Caruso, deciderà quali aspetti sarà necessario approfondire, ma per il momento non ci sono altre piste da seguire.

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Molto probabilmente non saranno neppure disposte le autopsie, proprio perché non rimangono incertezze sulle cause delle morti. Le salme saranno restituite alla famiglia e nei prossimi giorni sarà organizzato il funerale. Resta il dramma di un padre, separato da Stefania e non convivente ma secondo il racconto di chi li conosceva in buoni rapporti con la donna, come lei di origine romena.

È arrivato nella notte, insieme ai nonni, ed ha avuto un mancamento per il dramma. Ha poi scelto un’immagine di una candela e un drappo nero per condividere il proprio dolore sui social, dove ha raccolto centinaia di messaggi di condoglianze. I vicini invece hanno voluto lasciare un mazzo di fiori bianchi, una rosa e margherite, davanti al portone. Con un biglietto: «Nessuna parola può dare sollievo e conforto per una perdita così profonda».

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Il cordoglio

Il cordoglio è vasto, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, all’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. Sconvolto e in lutto il quartiere, con tante persone incredule nello svegliarsi e vedere cancellata in una notte una presenza allegra e consueta, in mezzo a palazzoni della periferia, piazzali, parcheggi e qualche area verde dove era frequente incontrare Stefania e i suoi bimbi.

La donna lavorava per una ditta di pulizie e spesso i figli stavano con la nonna. Andavano a scuola nelle vicinanze. «Faremo tutto quello che si può per stare vicini alla famiglia in questa tragedia incredibile. Siamo in attesa di ulteriori accertamenti. Come sempre in questi casi ci mettiamo a disposizione, per quello che può fare un Comune dopo una tragedia di questo genere», ha detto il sindaco Matteo Lepore arrivando di prima mattina, residente non lontano, insieme alla presidente del quartiere Elena Gaggioli.

Le tragedie passate

Sono gruppi di case alte e isolati popolari, già in passato teatro di tragedie insondabili nel raggio di poche centinaia di metri: il 23 marzo 2019 due fratellini di origine keniota, Benjamin e David, 10 e 14 anni, morirono precipitando dal balcone del loro appartamento in via Quirino di Marzio, laterale di via Bertocchi: un volo di 25 metri dall’ottavo piano che non diede scampo. Il 27 settembre 2006, invece, una brasiliana di 38 anni salì le scale del palazzo di via Bertocchi dove abitava da alcuni mesi e si gettò dal nono piano assieme alla figlioletta di due anni. La donna morì sul colpo, la bimba fu soccorsa in gravissime condizioni: a salvarla l’abbraccio della madre, che attutì il colpo.

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