Scommesse clandestine tra Napoli e provincia: 11 misure cautelari | VIDEO

Un intercettato ha affermato di aver nascosto «500mila euro tra casa e giardino»

Stamane operazione della Guardia di Finanza di Napoli – coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord – tesa a smantellare un’associazione a delinquere transnazionale dedita alla raccolta di scommesse clandestine. In particolare i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord nei confronti di undici indagati.

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È dal sequestro di un immobile a Marano di Napoli, insignificante all’apparenza perché privo di insegne, ma al cui interno c’era una sala abusiva di scommesse online con tanto di telecamere di videosorveglianza, maxischermi e terminali collegati a siti web, che è partita l’indagine della Procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Napoli che ha svelato l’esistenza di un’organizzazione transnazionale con base nel Napoletano dedita al gioco d’azzardo e alle scommesse, con un giro di affari molto elevato visto che le somme raccolte erano di gran lunga superiori a quelle che sarebbe stato possibile raccogliere in modo legale.

Undici le persone cui i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno notificato le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord; di queste, tre sono finire in carcere, sette ai domiciliari mentre per un altro indagato è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati a Marano, Quarto, Napoli, Portici e in Austria.

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I server controllati da una società serba

I terminali per le scommesse illegali erano collegati con siti riferibili a una società austriaca, il cui server era localizzato in Gran Bretagna sebbene fosse controllato da una società serba attraverso una sede occulta all’interno di un centro commerciale. La circostanza è emersa nel corso della conferenza stampa svoltasi nella procura di Napoli Nord, ad Aversa (Caserta) a cui ha preso parte il procuratore Maria Antonietta Troncone e indetta per illustrare i dettagli di una complessa indagine dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli durata oltre un anno.

Le quote sociali della società austriaca vennero sequestrate il 10 ottobre scorso, in seguito a numerosi perquisizioni in Italia e all’estero, insieme con il sito web e le disponibilità finanziarie e patrimoniali degli indagati, tra soldi e 14 immobili per un valore totale di 3,2 milioni di euro. Dopo i sequestri, le indagini sono proseguite per verificare l’ampiezza del giro di scommesse; è così emerso che l’organizzazione non solo aveva una vera e propria rete di agenzie di scommesse, ma piazzava in esercizi di Napoli e provincia anche le slot machine non conformi e manomesse, oppure conformi alla legge ma scollegate dalla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

I vari punti di scommessa, situati tra Marano, Quarto e Napoli, erano coordinati da un referente (il cosiddetto «master») che si occupava dell’affiliazione delle singole agenzie (dette «corner»); queste ultime erano il più delle volte munite di licenza rilasciata dalla Questura e del contratto con una società maltese titolare di concessione, ma poi erano collegate con i siti illegali messi a disposizione dalla società austriaca, circostanza che consentiva di scommettere somme superiori al limite di legge. Le somme raccolte venivano poi suddivise e caricate sui conti di gioco di persone perlopiù nullatenenti, diverse dai reali scommettitori, e ciò per nascondere l’identità del giocatore e la provenienza del danaro.

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Le conversazioni di due indagati

Fruttava molto, come emerso dalle intercettazioni, il giro. I militari hanno ascoltato le conversazioni di due indagati in un bar di Posillipo che si confidavano di aver occultato ingenti somme di danaro contante, tra i 90mila e i 500mila euro, nel giardino di un’abitazione e a casa di parenti e amici.

Gli indagati, inoltre, stavano anche pensando di liquidare la società austriaca, attraverso un fallimento «pilotato» da ottenere falsificando i bilanci sociali. Su alcuni conti di gioco, di solito riferibili a nullatenenti che niente centravano con i reali scommettitori, la Guardia di Finanza ha rilevato anche giocate superiori a 100mila euro in un mese.

I membri del gruppo avevano contatti anche con l’ambiente carcerario: gli inquirenti hanno infatti accertato che sul conto di un soggetto detenuto al carcere napoletano di Poggioreale per reati di droga, erano state fatte ricariche variabili tra i 70 e gli 800 euro, giocate pari a 20mila euro e vincite per un totale di 15mila euro. Il giro di scommesse faceva guadagnare tutti i componenti dell’organizzazione: i master percepivano una remunerazione per l’intermediazione svolta mentre i soci della società austriaca guadagnavano sulla differenza tra scommesse vinte e quelle perse.

I profitti finivano prima di tutto sui conti della società austriaca e poi girati agli indagati attraverso versamenti di denaro contante, bonifici con causali false e movimenti con carte prepagate, per poi «scomparire».

Le slot machine illegali

Per quanto concerne il circuito delle slot machine illegali installate in esercizi pubblici, di cui si occupava il pluripregiudicato napoletano ritenuto promotore dell’organizzazione, nel corso delle indagini sono stati sequestrati numerosi apparecchi e slot machine per il gioco d’azzardo e 150mila euro in contanti.

Le indagini hanno inoltre accertato il ricorso da parte degli indagati ad una particolare modalità di scommessa rappresentata dal cosiddetto «surebet», consistente nel suddividere la somma da giocare tra tutte le opzioni possibili al fine di vincerne con certezza una che si avvicinasse a quella scommessa; un sistema di per sé lecito, ma che in questo caso violava la normativa antiriciclaggio per la mancata identificazione dei giocatori, per la cospicua consistenza degli importi giocati e per l’omessa segnalazioni delle operazioni sospette.

Scommesse anche in carcere

Partivano anche dal carcere napoletano di Poggioreale le scommesse clandestine, attraverso un detenuto finito in cella per traffico di stupefacenti. Un’inchiesta condotta anche con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Si è inoltre appreso che la cattura degli arrestati, che si nascondevano tra Napoli e provincia, è stata agevolata dai droni messi a disposizione dalla sezione aerea della Guardia di finanza di Pratica di Mare.

Sul conto del detenuto – che effettuava le puntate attraverso il cellulare di cui disponeva malgrado fosse in cella – le fiamme gialle hanno scoperto delle ricariche variabili dai 70 agli 800 euro, effettuate da alcuni componenti dell’organizzazione, con giocate per 20mila euro e anche vincite per circa 15mila euro.

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