«Cosa nostra? Le famiglie malavitose puntano a ricreare la Cupola»

di Fabio Maresca

L’evoluzione del fenomeno mafioso

«Cosa nostra ha subito colpi importanti, è stata indebolita ed è più povera, ma le famiglie provano sempre a riorganizzare un organismo di vertice e soprattutto ad arricchirsi nuovamente, attraverso il traffico di stupefacenti».

Lo ha detto, incontrando gli studenti a Casal di Principe (Ce), il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia. Il magistrato ha parlato con i ragazzi del libro, scritto con l’inviato di Repubblica Salvo Palazzo, sulla cattura del boss Matteo Messina Denaro. L’incontro è avvenuto nella sede dedicata a don Diana, il prete ucciso dalla camorra.

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«Il rischio più grande che oggi corriamo – ha aggiunto Salvo Palazzolo – è quello di non comprendere l’evoluzione del fenomeno mafioso. Don Peppe Diana in Campania e don Pino Puglisi in Sicilia invitavano la Chiesa e la società civile a una testimonianza più attiva, per la liberazione del territorio, ma restarono soli. Per questo furono uccisi. È il motivo per cui oggi non possiamo permetterci altre pericolose sottovalutazioni, di fronte a una mafia tornata silente che si infiltra nell’economia e nella politica».

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