Il 2,6% (50 miliardi di euro) del Pil italiano sgorga dalle nostre tasche… E c’è chi propone un’altra patrimoniale

I vecchi arnesi della politica giocano a fare male

Ossessionati dal fascismo e dai risultati positivi del governo Meloni, i vecchi arnesi della politica affliggono gli italiani con bugie, caccia alle streghe (nere, ovviamente) e saluti romani. Nella speranza che impauriti si rivoltino contro il centrodestra e si rivolgano a loro alle prossime amministrative, regionali ed europee.

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Ma vengono ricambiati a schiaffoni: dalla Cassazione che ha ribadito che il braccio teso alle commemorazioni «nun è peccato» e, quindi, neanche reato, se non fa apologia del ventennio; dalla plenaria Ue che ha mandato deserto (presenti solo 30 sui 700 europarlamentari) l’appuntamento voluto dal Pd per accusare di fascismo, FdI e la destra e, anche, dagli italiani che nei sondaggi continuano a dirgli «no».

Per ripicca i dinosauri di quella che Dumur definì «l’arte di servirsi degli uomini, facendo finta di servirli», volendo ritornare, minacciano la «patrimoniale». Stavolta è stato il turno dell’ex ministra del lavoro oggi, opinionista a gettone de «La Stampa», Fornero (famosissima per avere pianto in Parlamento presentando la sua riforma delle pensioni che le… tagliava). Ha rimesso le briglie al proprio «patrimonial horse» ed è tornato a cavalcarlo.

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Accompagnata dai suoi «compagni» di cordata politica: Amato, Prodi, Letta, Fratoianni, Schlein, Gentiloni, Bonelli (a proposito, ha confidato a «un giorno da pecora», che per non consumare l’acqua si lava per non più 60/90minuti. Attenti al naso, insomma!). Giustificando la richiesta con motivazioni in teoria «comprensibili»: «le difficoltà della finanza pubblica» e «nobili» e cancellare le «iniquità sociali».

Problemi al Governo Meloni

In realtà, solo per provare a creare problemi al Governo Meloni e a un Paese qual è l’Italia che, in questo momento – nonostante il ricatto sulla manovra, subito smentito dalla Commissione Ue, del lettone Dombrovskis – regge, meglio di Francia, Germania e di tutto ha bisogno, fuorché di vedersi imporre l’ennesima patrimoniale. Al solo pensarci vengono i brividi. Ma i dinosauri della vecchia politica vorrebbero imporcene un’altra. Come se quelle già esistenti non fossero sufficienti a renderci inquietante la quotidianità. Forse è il caso di rammentargliele.

Partiamo dall’Imu (imposta sul possesso di fabbricati) 22,7mld euro; bollo auto 7,2 mld; canone Rai 1,9mld; diritti catastali 1,1mld; imposta di bollo 7,3mld; di registro 5,6mld; ipotecaria 1,8mld; su imbarcazione e aeromobile 1mld; su successioni e donazioni 1,1mln e sulle transizioni finanziarie 461mln. Cosa sono, se non patrimoniali mascherate? Per un totale di 50,1 mld. Come a dire che il 2,6% del Pil è figlio delle tasche degli italiani. E scusate se è poco.

Mi chiedo e soprattutto lo chiede a chi mi legge: qualcuno si è accorto di quale vantaggio ne abbiano ricavato i conti dello Stato, comunque esplosi e le disuguaglianze sociali, sempre più evidenti? E non dimentichiamo, quelle calcolate sui consumi, vedi le accise sulle benzine (con l’Iva al 22% rappresentano il 64% del prezzo alle pompe dei carburanti), «energie elettriche» e sui gas da riscaldamento e le addizionali regionali e comunali. La cui quantificazione è fattibile solo a consumi effettuati e dipendono dai consumi, per cui, non pesano sul patrimonio ma sulla capacità di spesa dei cittadini. Insomma, come si dice a Napoli, «Scarta frùscio e piglia primèra».

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Spaziani Testa: è sconcertante

«È sconcertante – secondo Spaziani Testa, presidente di Confedilizia – la Fornero era ministro nel governo che nel 2011 ha istituito la più pesante patrimoniale sugli immobili della storia d’Italia: Imu, che poi nessuno ha più eliminato e continua a gravare sui proprietari di case per 22 miliardi di euro l’anno». Di più, secondo il leader di Confedilizia «risolvere questi problemi accanendosi contro il risparmio immobiliare degli italiani è un’idea pessima». Ha torto?

Christine Lagarde

Tanto più che si tratta di un risparmio già tartassato dai continui aumenti dei tassi di riferimento decisi dalla presidente della Bce Lagarde che dal luglio 2022 ha ritoccato per ben 10 volte i tassi di riferimento, procurandone una crescita di oltre il 4% e di conseguenza, l’aumento del costo dei mutui bancari per l’acquisto a rate di case, auto o elettrodomestici.

Riducendo di contro la richiesta di prestiti di cittadini e aziende, per i notevoli aumenti delle rate che se a tasso variabile sono – stando alla Federazione Autonoma Bancari Italiani – aumentate, addirittura, del 75%. Ma sono cresciuti anche quelli a tasso fisso: dall’1,8% al 6% con rate mensili decisamente più alte, rendendo meno accessibile il prezzo d’acquisto delle abitazioni e mettendo in crisi mercato immobiliare e aziende. Insomma: di patrimoniale in patrimoniale, palesi ed occulte, costi del green e transizione ecologica, stanno trascinando verso il burrone del fallimento.

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