Giorgetti: sul Mes nessun fallo di reazione, mai detto che l’Italia avrebbe ratificato

Il ministro: Non sono previste manovre aggiuntive

Non sono previste manovre aggiuntive, nessuna festa sul Patto di Stabilità ma solo un compromesso che andrà valutato nel tempo. Mentre il Mes non è né la causa né la soluzione ai problemi dell’Italia perché a stare sul banco degli imputati è il debito che deve essere tenuto sotto controllo. In circa mezz’ora il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, risponde a 360 gradi alle domande che arrivano dai parlamentari della Commissione Bilancio della Camera, riunita per lavorare agli emendamenti alla Manovra.

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E rimarca con forza la necessità di «uscire con coraggio dalla fase in cui ci siamo assuefatti a questo Lsd che abbiamo preso per 4 anni, e piano piano eliminare punto per punto tutte queste misure che non ci possiamo permettere». «Ho interrotto le ferie a qualcuno», dice scherzando mentre entra in una Sala del Mappamondo gremita, per il governo sono presenti anche il viceministro Maurizio Leo e i sottosegretari Federico Freni e Lucia Albano.

Il Patto di stabilità e crescita

Si va subito al sodo e i parlamentari vanno in pressing sul ministro sul Patto di stabilità e crescita. Secondo Giorgetti si tratta di «un compromesso». Se verso il basso o verso l’alto è una valutazione che si farà «tra qualche tempo. Non possiamo e non dobbiamo fare festa», aggiunge ribadendo che «in questo paese si devono prendere delle responsabilità e io mi sono preso tutta la responsabilità di accettare un accordo invece di mettere un veto a caso per tornare a delle regole molto peggiori rispetto a quelle che il nostro Paese affronterà nei prossimi mesi».

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«A mio giudizio questa discussione – prosegue Giorgetti – è viziata dalla allucinazione psichedelica che abbiamo vissuto in questi 4 anni in cui abbiamo pensato che gli scostamenti si potessero fare, che il debito e il deficit si potessero fare, che si potesse andare avanti tranquillamente co senza tornare a un sistema di regole».

Il problema, aggiunge, «non è l’austerità ma la disciplina, cioè la capacità per chi fa politica di prendere decisioni anche se impopolari». Giorgetti poi assicura che «non c’è stato nessun fallo di reazione per il Patto di stabilità, ma la presa d’atto che per quanto riguarda Unione bancaria, mercato dei capitali, assicurazione sui depositi purtroppo di progressi a livello europeo non se ne fanno, dico purtroppo perché il tutto si tiene» e assicurando che «abbiamo uno dei sistemi bancari più solidi in Europa».

Il Mes

Uno dei sassolini che Giorgetti si toglie dalla scarpa è sul Mes. «Alcune cose vanno chiarite: io non ho mai detto né in Parlamento, né in sede europea, né in nessun’altra sede, che l’Italia avrebbe ratificato il Mes. Ho letto cose assurde e totalmente false», tuona. «Quello che ho fatto io in sede Ue è semplicemente ricordare che il parlamento italiano, che ha la competenza sovrana sulla materia, aveva di volta in volta rinviato la votazione rispetto a una richiesta arrivava dall’opposizione».

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Giorgetti ricorda inoltre che «dopo il quarto rinvio», «una decisione il parlamento italiano, anche per serietà, avrebbe dovuto prenderla. Il parlamento sovrano ha votato e ha votato come avevo anticipato esattamente in sede europea». Per il titolare del ministero di via XX settembre «il Mes non è né la causa né la soluzione al nostro problema perché il nostro problema si chiama debito», sottolineando la necessità di tenerlo «sotto controllo o questo paese non ce la fa».

La legge di bilancio

Aprendo il suo intervento il ministro ricorda che anche dopo le modifiche che il Senato ha apportato, il testo originario della legge di bilancio presentato dal governo «ha mantenuto intatti sostanzialmente la quadratura e l’impianto della nostra proposta, in questo senso il governo lo valuta favorevolmente», spiega Giorgetti sottolineando che a Palazzo Madama la manovra ha assunto «una serie di cambiamenti» che ha tenuto «conto del profilo di spendibilità» e che ha portato «un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica».

Inoltre, le previsioni del governo con i documenti programmatici «sono coerenti con quello che è previsto dal nuovo Patto di Stabilità». E dunque «non sono previste manovre aggiuntive», assicura. «Io rivendico lo sforzo fatto dal governo, anche in extra deficit, per i lavoratori dipendenti con redditi bassi» rimarcando che l’obiettivo è quello di «non disperdere importanti risorse indirizzate a bonus monodirezionali» e che questa è «la filosofia della legge di bilancio». Secondo il ministro, «lo sforzo per le famiglie e le imprese produrrà crescita». Si parla anche del Ponte sullo stretto e per Giorgetti non è «scandaloso che le regioni interessate contribuiscano all’opera».

Resta tema caldo il Superbonus

Il ministro rimarca che i dati «negli ultimi mesi vanno addirittura peggio in termini di uscite per la finanza pubblica rispetto a quelle previste dalla Nadef. Poi il parlamento deciderà, per quanto riguarda il ministro dell’Economia e delle Finanze, in cuor mio so quello che è il limite che posso fare e che proporrà al Cdm, oltre al quale non si può andare perché questa è la realtà dei numeri». Si tratta di «una misura fatta in un momento eccezionale» che «purtroppo ha degli effetti radioattivi come una centrale nucleare con effetti che non riusciamo a gestire. Dobbiamo uscire da questa allucinazione che abbiamo vissuto in questi anni, in cui tutto ci è sembrato dovuto».

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