Premierato, Meloni lancia la sfida sul referendum: «Volete contare o stare a guardare?»

E Fitch conferma il rating dell’Italia: «la maggioranza parlamentare è più stabile di molte precedenti amministrazioni»

Manca più di un anno a un eventuale referendum sul premierato, ma Giorgia Meloni già lancia il suo quesito agli italiani. «Voi cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario», dice guardando dritto in camera nel video degli ‘Appunti di Giorgia’, lanciando di fatto la lunghissima campagna e la sfida alle opposizioni, prima ancora che si apra il confronto e la difficile ricerca del consenso dei due terzi in Parlamento.

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Alle sue spalle, nella scenografia del video social, ci sono le fotografie dei predecessori. «Solo uno è rimasto in sella cinque anni, Silvio Berlusconi» ma «con due governi diversi», nota la premier, convinta che serviranno «almeno altri quattro anni» per vedere anche il suo viso incorniciato su quella parete. «Le difficoltà sono molte, ma non c’è davvero niente che possa buttarci giù soprattutto fin quando c’è il consenso degli italiani», l’avvertimento della leader, che guarda al futuro annunciando la sede del G7 italiano, dal 13 al 15 giugno 2024 in Puglia, nella Valle d’Itria, a Borgo Egnazia. E usa il passato per affermare che la «sola endemica ragione» delle difficoltà storiche dell’Italia è la «debolezza della politica».

L’importanza di dare stabilità ai governi è la molla della riforma costituzionale. Che «non tocca i poteri del presidente della Repubblica» ed «evita i ribaltoni», come chiarisce anche in altri due videomessaggi inviati nelle ore precedenti, all’assemblea della Cna e a quella della Confindustria di Brescia e Bergamo.

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L’approccio fra Stato e cittadino sul Fisco

Con quelle platee tendenzialmente amiche, punta soprattutto sulla volontà di cambiare l’approccio fra Stato e cittadino sul Fisco all’insegna della «fiducia» reciproca. «Noi combattiamo l’evasione fiscale, quella vera, non quella presunta», dice la presidente del Consiglio, che vede l’emblema della svolta nel concordato preventivo biennale approvato nei giorni scorsi dal Cdm.

«Più lo Stato è comprensivo e cerca di venire incontro – le parole della premier -, più dovrà essere efficace nella sua azione quando qualcuno dovesse pensare di fregarlo». Un cambio di paradigma, ha aggiunto, per «spezzare l’insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva, deve essere un evasore per nascita».

Per la Cgia nel 2020 le piccole imprese hanno versato 19,3 miliardi di euro di imposte, contro i 186 milioni dei gruppi Big Tech nel 2021. Ma il buco dell’Iva da 25 miliardi di euro è pari a un quinto del mancato gettito dell’Ue. La riduzione della pressione fiscale è l’obiettivo dell’esecutivo che, spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo, punta a «un meccanismo a due aliquote» con un focus per i redditi da 50.000 euro: «Non possiamo dire siano iper-ricchi e paghino il 43% di tasse».

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Intanto sono stati accorpati i primi due scaglioni Irpef in parallelo alla manovra, di cui Meloni nei suoi ‘Appunti’ ripercorre l’ossatura. È «seria» e «non getta risorse dalla finestra», ribadisce a poche ore dal giudizio di Fitch sul rating italiano.

Il giudizio di Fitch

Che conferma il rating ‘BBB’ dell’Italia con outlook stabile. «Il sostegno pubblico al governo Meloni ha tenuto e la sua maggioranza parlamentare è più stabile di molte precedenti amministrazioni, offrendo una piattaforma per una pianificazione di medio-termine economica e di bilancio. In ogni caso di trova ad affrontare una notevole pressione politica affinché mantenga maggiormente i suoi impegni elettorali, pesando sulle prospettive di un maggiore consolidamento, come evidenziato dalle misure di riforma delle pensioni» afferma Fitch.

Il nodo pensioni

La settimana prossima è attesa l’audizione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in commissione Bilancio, e in queste ore si lavora sui nodi principali. A partire dalle pensioni. Di fronte alle rivendicazioni dei medici, la ministra Elvira Calderone definirà a giorni l’intervento più opportuno. Due le ipotesi: la revisione delle aliquote solo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente e non anche per i trattamenti pensionistici di vecchiaia, oppure il differimento dell’entrata in vigore della norma.

«I tagli alle pensioni future di medici, infermieri e insegnanti sono assurdi. Questa norma non va corretta: va cancellata», attacca il leader M5s, Giuseppe Conte, che prosegue le sue contro-audizioni sulla manovra, incontrando anche i segretari di Cgil e Cisl. Non mancano le fibrillazioni nel governo e nella maggioranza. La Lega guida il pressing sulla proroga fino a fine anno dei tempi entro i quali le aziende sono chiamate ad assolvere all’adempimento di versamento della quota del payback sanitario

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