Nuovi guai per Aboubakar Soumahoro: ora rischia anche lo scranno da deputato

Rilevate irregolarità sui contributi ricevuti nella campagna elettorale

Nuova tegola su Aboubakar Soumahoro, stavolta coinvolto personalmente in una nuova vicenda. La Corte di appello di Bologna ha inviato alla Camera un verbale di segnalazione sul parlamentare eletto con il centrosinistra nella circoscrizione dell’Emilia-Romagna, dopo aver rilevato criticità sui contributi ricevuti nella campagna elettorale per le Politiche del 2022. Ora la commissione elettorale della Camera avrebbe avviato le procedure per la decadenza del deputato, confluito nel gruppo misto.

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Soumahoro, che era stato eletto in quanto ripescato nella distribuzione nazionale nel collegio plurinominale Emilia-Romagna Po2, si è detto però sereno e sicuro che le contestazioni di irregolarità che gli vengono mosse riguardino aspetti meramente formali.

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«I fondi, come previsto dalla legge, sono stati tutti utilizzati per la campagna elettorale – si è giustificato il parlamentare -. I miei avvocati stanno predisponendo il ricorso contro il provvedimento della Corte d’appello di Bologna, per confutare con precisione gli addebiti che sono stati sollevati nei miei confronti. La giunta delle elezioni che è l’organo parlamentare competente, riceverà quanto prima la mia documentazione per fare piena luce su ogni aspetto. Sono sereno, dimostrerò la mia assoluta trasparenza nelle sedi opportune», spiega il deputato del gruppo misto ed ex di Alleanza Verdi e Sinistra.

La bufera giudiziaria

Prosegue intanto la bufera giudiziaria che ha travolto la sua famiglia. Meno di una settimana fa la moglie del parlamentare di origini ivoriane, Liliane Murekatete, la suocera e un cognato erano stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari in merito all’inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici da parte delle cooperative che si occupano di migranti nella provincia pontina. Indagine nella quale la Guardia di Finanza avrebbe portato alla luce un «sistema fraudolento» che avrebbe dirottato, tra il 2017 e il 2022, il denaro che arrivava per le attività di assistenza degli stranieri nel Lazio. I quali però, secondo gli inquirenti, vivevano invece in condizioni fatiscenti.

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Nelle sue dichiarazioni spontanee rese nelle ultime ore davanti al Gip, Liliane Murekatete ha respinto le accuse dicendo di aver acquistato di non aver utilizzato quei soldi per sé: «gli unici pagamenti che ho effettuato sono stati gli stipendi e le spese per acquistare il cibo per gli ospiti della struttura».

Bisognerà aspettare fino al 17 di novembre, invece, per gli sviluppi di un’altra tranche dell’inchiesta, quella su presunti reati fiscali per cui è indagata Murekatete assieme a sua madre ed altre quattro persone. Il gip di Latina si è riservato di decidere sulle eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile formulate dai difensori. Tra chi ha fatto richiesta di risarcimento ci sono i sindacati, i lavoratori e il commissario liquidatore della cooperativa Karibu.

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