Per gli inquirenti è ritenuto un imprenditore di fiducia delle fazioni Schiavone e Russo
Beni per oltre 8 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a un imprenditore ritenuto colluso con il clan dei Casalesi: il decreto, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è stato notificato a un 58enne, originario di Casal di Principe e titolare di aziende edili e immobiliari, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli.
In applicazione delle disposizioni del «Codice Antimafia» il Gico di Napoli ha sottoposto a sequestro, complessivamente, le quote e l’intero patrimonio aziendale di 16 società (con sede nelle province di Caserta, Chieti e Siena), 51 immobili tra fabbricati e terreni (ubicati nelle province di Chieti e Caserta), 8 auto/motoveicoli, nonché 27 rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro.
L’uomo è stato rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso e condannato in primo grado per reati di corruzione e di turbativa d’asta nell’ambito di indagini condotte dai Carabinieri. Per diversi pentiti, ma anche per inquirenti e giudici, dal 2000 è entrato a fare parte di un ristretto gruppo di imprenditori di fiducia delle fazioni Schiavone e Russo del clan dei Casalesi al quale versava il 10% dell’importo dei lavori che si procurava.
Gli approfondimenti di natura economico-patrimoniale eseguiti anche con una procedura di controllo giudiziario, poi trasformata in un’amministrazione giudiziaria, durata tre anni e mezzo, hanno evidenziato una condizione reddituale e finanziaria incompatibile con il patrimonio accumulato nel tempo, ragionevolmente riferibile, a prescindere dal dato della sproporzione, al frutto del rapporto malavitoso instaurato con i Casalesi.
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