Italia cerca Italiani. Il 2024 sarà l’anno delle radici: varato nuovo progetto finanziato dal PNRR

La finalità è creare un’offerta turistica mirata e integrata rivolta ai viaggiatori oriundi

Italia in cerca di italiani, il 2024 sarà l’anno delle radici, progetto promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per sensibilizzare le comunità locali sul tema dell’emigrazione italiana e dei viaggi delle radici. Finalità è quella di creare nei territori che sono stati particolarmente soggetti al fenomeno dell’emigrazione un’offerta turistica mirata e integrata rivolta ai viaggiatori oriundi d’Italia.

L’obiettivo finale è favorire la nascita di nuove figure professionali specializzate nella progettazione e promozione dei servizi relativi a questa tipologia di turismo che negli ultimi anni ha fatto registrare un’impennata divenendo per questo un opportunità di sviluppo per le economie locali, specialmente quelle distanti dal turismo di massa. L’idea sarà alla base dei prossimi progetti finanziati dal PNRR per il settore turistico a partire dal prossimo anno.

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Turismo delle radici, è una dicitura coniata ad hoc per indicare i flussi turistici di oriundi italiani desiderosi di riprendere legami con la propria storia familiare e per questo organizzano viaggi di ritorno nei luoghi che hanno visto nascere loro o i loro antenati. Recentemente anche l’attore Silvester Stallone, nipote di Silvestro Stallone, il barbiere di Gioia del Colle che negli anni trenta del secolo scorso decise di emigrare in America con la famiglia, ha deciso di trascorrere alcuni giorni di vacanza nel nostro Paese, proprio nella piccola cittadina pugliese per ricordare le proprie origini ricevendo da quest’ultima la cittadinanza onoraria. Ad oggi gli italiani e loro discendenti che vivono all’estero sono oltre 60 milioni.

Una comunità enorme desiderosa di riscoprire le proprie radici, con un’ottima capacità di spesa e la voglia di conoscere e vivere a pieno il paese d’origine. Questo segmento riconducibile generare una spesa annua molto vicina agli 8 miliardi di euro e una spesa pro capite di oltre 3mila euro. Di questa vasta comunità l’84% conosce bene l’italiano e 9 su 10 lo parlano in famiglia. L’82% mangia abitualmente cucina italiana. Solo il 12% non è mai venuto in Italia, 6 su 10 sono venuti o tornati più volte nel corso degli anni. Possiamo ripartire il bacino in 4 cluster ben precisi. Il migrante di prima generazione; nostalgico con uno strettissimo legame per l’Italia; parla italiano e si sente italiano all’estero.

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Il viaggio delle radici è un must: un desiderio di condividere con la famiglia la propria storia. Nel viaggio si è guide di se stessi. Si sa dove andare e come muoversi. L’Ambassador, ovvero colui che viene spesso in Italia per motivi lavorativi. Si sente italiano. Organizza da solo i propri viaggi anche con la famiglia. È una persona che ha una buona influenza nella propria comunità di adozione e che è un vero e proprio testimonial di italianità all’estero.

Abbiamo poi l’italiano di seconda generazione, che non si definisce solo italiano ma italo-(americano, argentino, brasiliano..). Approfondisce le sue radici come ricerca di identità. Il viaggio in Italia significa rivedere i luoghi di origine, i borghi, le case, i cimiteri dove sono sepolti i propri antenati. Questo turista ha bisogno di percorsi programmati e di vivere esperienze di italianità.

Il Curioso: è il giovane italiano nato all’estero che vuole vivere l’italian style e desidera venire in Italia per fare esperienze immersive non necessariamente legate alla volontà di riscoprire le proprie radici genealogiche. E’ un target con un profilo più turistico, che non si sente italiano, ma che desidera fare esperienza di italianità che gli sono state veicolate tramite anche filmografia e social.

Sono 8 i paesi analizzati – Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti – per valutare la portata del fenomeno. In sintesi una comunità numerosa caratterizzata da ottimi livelli di spesa media, alto grado di fedeltà ed una rilevante motivazione; tutti fattori che impatterebbero in maniera molto positiva sull’economia nazionale.

Guardare al 2024 – anno delle radici italiane – non come punto di arrivo, ma come base di partenza per sviluppare una strategia del Sistema Paese dedicata a questo segmento, ascoltandone le esigenze specifiche e presentando servizi dedicati, è dunque la strada per trasformare un singolo evento in un’opportunità di lunga durata e perché no, provare a stimolare l’immigrazione dei nostri “Nazionali all’Estero” per rinfoltire un popolo tagliato sempre più dal calo demografico.

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