Caro benzina, Urso: «Taglio accise costerebbe 12 miliardi, meglio abbassare il cuneo fiscale»

di Chiara Langella

Il ministro: intervento Draghi a 2,20. Oggi costa 1,94

Tagliare le accise della benzina «costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno». Il governo ha invece utilizzato questi fondi «per tagliare due volte il cuneo fiscale» e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso intervistato da Agorà Estate. «Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra – ha aggiunto – che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro».

Urso ha ribadito che il prezzo industriale in Italia «è il più basso in Europa» e incalzato sulla tassazione ha spiegato che questa dipende «da una serie di interventi di precedenti governi, che è durata e stata confermata per anni in cui ha governato la sinistra italiana. Draghi è intervenuto con un taglio parziale a fronte di un’emergenza quando il prezzo era arrivato a 2,20 euro al litro, mentre ora la media è 1.945 quindi ben sotto quella soglia. Se noi riproponessimo quella misura dovremmo trovare in altro modo e con altre tasse 12 miliardi di euro l’anno, che sono ben più di quanto costava il reddito di cittadinanza».

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Ha quindi spiegato che il governo ha una «strategia ben chiara: abbiamo preferito utilizzare quelle risorse per tagliare per due volte il cuneo fiscale. La prima volta con la manovra dello scorso anno e la seconda con la manovra del primo maggio perché noi siamo andati in soccorso delle famiglie italiane, di quelle più bisognose, e in quella direzione andiamo ancora». Il ministro ha poi sottolineato come questa strategia venga anche apprezzata all’esterno. «Gli investimenti esteri sono cresciuti più di tutti i Paesi europei – ha detto – la borsa italiana è cresciuta di più delle altre europee. I grandi fondi di investimenti dicono che l’Italia è il Paese ideale su cui investire in Europa. Siamo considerati virtuosi addirittura dalle agenzie di rating che oggi promuovono l’Italia e bocciano gli altri Paesi»

Il caro voli

Nei primi di settembre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso incontrerà «tutti gli amministratori delegati delle compagnie e faremo un tavolo con governo regioni e compagnie perchè in Italia non c’è più il far west» ha spiegato sul caro voli e l’adozione delle misure sull’algoritmo «che profilava i clienti in base al censo». «La compagnia che ci ha detto che eravamo fuori dalle regole di mercato – ha detto Urso facendo riferimento a Ryanair – è la stessa che ha nel tempo accumulato una posizione dominante grazie ai sussidi degli aeroporti e che è stata sanzionata 11 volte in questi anni dall’autorità della concorrenza per avere, essa sì, violato le regole di mercato».

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Ha illustrato e difeso il provvedimento inserito nel decreto Omnibus varato prima di ferragosto. «Noi in quel provvedimento che è in sintonia con l’Ue, – ha detto – abbiamo definito l’algoritmo come un elemento di distorsione del mercato perché profila l’utente in base al censo e propone dei prezzi in base alla possibilità economiche dell’utente e riserva posti che vengono venduti negli ultimi giorni fuori del mercato. Non siamo nel Far West in cui il potente è libero di approfittare dei più deboli. Siamo in Italia dove c’è un governo che ha deciso di tutelare le famiglie».

Il ministro che ha raccontato che «l’anomalia dei prezzi ce l’ ha segnalata l’autorità Antitrust e, peggio ancora, l’Enac ci ha detto che durante l’alluvione o il deragliamento del treno a Firenze, i prezzi su quelle tratte sono balzati a mille euro. La norma, ora, conferisce all’autorità Antitrust, che non abbiamo nominato noi, la possibilità che prima non aveva di valutare se siano conformi alle regole di mercato l’algoritmo che profila gli utenti, violando il diritto alla privacy, e l’asta all’ultimo momento».

Il calo dell’inflazione

L’inflazione si è dimezzata dal varo del decreto trasparenza che ha dato più poteri anche al Garante del Prezzi «dandogli la chiara missione di intervenire in favore dei cittadini e in particolare dei più bisognosi. A dicembre dello scorso anno – ha detto – l’inflazione era quasi al 12%. A luglio era al 5,9%. Cioè si è dimezzata da quando il governo ha realizzato il decreto trasparenza in gennaio. Inoltre, secondo l’Ocse l’inflazione si riduce più velocemente che nella media dei Paesi dell’Ocse. Questi sono i dati».

Sui prezzi dei carburanti – ha poi aggiunto – «proprio grazie all’efficace azione del governo e a quel decreto che ha aumentato i poteri del Garante dei prezzi, il prezzo industriale di benzina e gasolio nei distributori italiani è il più basso dell’Unione europea. Oggi tutti conoscono il garante dei prezzi. Questa figura è stata istituita nel 2007 ma nessuno l’ha conosciuta prima perché non aveva i poteri. Oggi tutti lo conoscono perché abbiamo dato poteri e una chiara missione».

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