Omicidio di Giulia Tramontano: sequestrati diversi coltelli nella casa dell’omicidio

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Accertamenti necessari per individuare l’arma usata

Il sopralluogo nell’abitazione dell’omicidio di Giulia Tramontano «sarà utile per verificare effettivamente ogni elemento dell’azione relativa anche alla giusta contestazione delle aggravanti già riconosciute» nei confronti del fidanzato Alessandro Impagnatiello «e anche delle altre per le quali la procura giustamente al pari della famiglia vuole vederci chiaro». Così Giovanni Cacciapuoti, legale dei parenti della vittima, al suo arrivo a Senago, nel Milanese, per i rilievi dei carabinieri. «Dalla condotta di Impagnatiello», reo confesso, i familiari «hanno avuto subito l’impressione che non raccontasse tutta la verità»

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La procura di Milano ha delegato ai carabinieri gli accertamenti scientifici su alcuni coltelli infilati in un ceppo che si trovava sopra il frigorifero nell’appartamento di Senago, nel milanese, dove Alessandro Impagnatiello ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza. Le analisi serviranno per individuare, in base anche alla compatibilità della lama con le ferite inferte, quale sia il coltello che è stato utilizzato per uccidere la 29enne.

Recuperati patente, bancomat e carta di credito

Intanto sono stati recuperati la patente, bancomat e carta di credito della 29enne in un tombino di viale Enrico Fermi nell’area parcheggio del capolinea della linea gialla Comasina. E’ stato Alessandro Impagnatiello, a spiegare agli inquirenti e agli investigatori, come si legge nel verbale della sua confessione, di aver gettato le «carte (…) nello stesso tombino dove ho buttato il cellulare, mentre il passaporto l’ho bruciato la sera in cui ho ucciso Giulia». Intanto proseguono le ricerche dei militari, con la collaborazione dei vigili del Fuoco di Milano, per trovare anche il telefonino della 29enne.

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