La misura sostituirà il reddito di cittadinanza da gennaio 2024
Il decreto lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri il 1 maggio introduce l’assegno di inclusione, misura che sostituirà il reddito di cittadinanza dal 1 gennaio 2024. Secondo l’ultima bozza in circolazione, il componente del nucleo familiare beneficiario dell’assegno di inclusione è tenuto ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato, anche in somministrazione, di durata non inferiore a dodici mesi e senza limiti di distanza all’interno del territorio nazionale.
La bozza del decreto precisa che l’offerta di lavoro deve riferirsi a un rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno. Inoltre, la retribuzione non deve essere inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. Tuttavia, nel caso in cui il luogo di lavoro disti meno di 80 chilometri dal domicilio del soggetto, è possibile accettare un contratto di lavoro a tempo determinato, anche in somministrazione, di durata inferiore a dodici mesi, ma non inferiore a un mese.
In sostanza, il componente del nucleo familiare che riceve l’assegno di inclusione deve accettare un’offerta di lavoro compatibile con i requisiti specificati nel decreto, al fine di continuare a beneficiare dell’assegno stesso. Questo obbligo è finalizzato ad incentivare l’inserimento lavorativo dei beneficiari dell’assegno e, in generale, a sostenere la loro autonomia economica.
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