Governo, a Roma faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

di Chiara Langella

Sul tavolo l’aggiornamento del Pnrr, la questione migranti e la guerra in Ucraina

Questa volta tocca a lei riceverla a Palazzo Chigi. Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen si rivedono lunedì, per un faccia a faccia a Roma che altro non è che il proseguimento di quel dialogo avviato a Bruxelles a inizio novembre, alla sua prima uscita internazionale da premier. I temi sul tavolo saranno in sostanza gli stessi di due mesi fa, dall’Ucraina all’energia ai migranti. Con la differenza che nel frattempo si è chiuso l’accordo sul price cap che il nuovo governo ha sostenuto in linea con la proposta italiana avanzata da Mario Draghi, e ora bisogna dare una risposta europea al maxi-piano Usa di aiuti alle imprese.

Ma dall’altra parte si è consumato un duro scontro sulle navi Ong con la Francia che ha portato però – un successo nella lettura di Roma – a inserire il tema dell’immigrazione tra quelli all’ordine del giorno del Consiglio Ue straordinario in programma il 9 e 10 febbraio. Mentre resta sullo sfondo il tema delle alleanze in Europa in vista del 2024 – con Silvio Berlusconi che rivendica l’idea, in questa ottica, di un partito unico del centro destra, il partito Repubblicano – Meloni sveste la maglia del capopartito e si rimette quella da capo del governo, pronta a riaprire l’agenda europea.

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L’aggiornamento del Pnrr

Riceverà Von der Leyen lunedì attorno all’ora di pranzo, dopo che la presidente della Commissione avrà partecipato al lancio del libro ‘La saggezza e l’audacia’, raccolta dei discorsi dell’ex presidente del Parlamento Ue David Sassoli. Un incontro che virerà, inevitabilmente, anche sul Pnrr: l’Italia si prepara a chiedere di aggiornare il Piano alla luce del caro-energia e del caro-materiali. Ma l’esecutivo ha in mente anche di rivederne la governance, passaggio che ugualmente va concordato con Bruxelles.

Già col decreto ministeri, che ha ridisegnato nomi e perimetro delle deleghe di diversi dicasteri, si è previsto che il Servizio centrale per il Pnrr, di stanza al Mef e guidato da Carmine di Nuzzo, operi «a supporto» dell’autorità delegata. Non più quindi via XX settembre ma il nuovo ministero ad hoc che la premier ha affidato al fedelissimo Raffele Fitto. Ora l’intenzione è quella di mettere mano anche al resto delle strutture intermedie, le unità per il Pnrr istituite nei singoli ministeri che dovrebbero diventare immediatamente sostituibili.

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Non si tratterebbe tanto di spoil system, insistono dal governo, quanto di rendere più efficiente una macchina che finora ha mostrato limiti e che invece deve girare a pieno regime soprattutto nella nuova fase di «messa a terra» degli investimenti, di apertura effettiva dei cantieri. Qualche indicazione, sia della revisione da chiedere a Bruxelles sia della direzione della nuova governance, potrebbe arrivare dalla relazione al Parlamento che va fatta ogni semestre e che il governo dovrebbe presentare sempre nelle prossime due-tre settimane. Sul Pnrr, assicurano dall’esecutivo, il dialogo con la Commissione è comunque già ben avviato.

Il sostegno a Kiev

Così come andrà liscio il confronto sul sostegno a Kiev: l’Italia resta impegnata a sostenere Kiev, dal punto di vista economico e militare, in linea con la Ue e con i partner dell’alleanza atlantica, come ha ribadito anche il consigliere diplomatico della premier, Francesco Talò, in una telefonata con il consigliere per la sicurezza Usa Jake Sullivan.

La questione migranti

Più complessa rimane la questione dei migranti, che certamene Meloni sottoporrà alla sua ospite. Vanno difesi i confini esterni della Ue, vanno fermati gli sbarchi, i concetti che la premier ripeterà spiegando anche la ratio del decreto appena varato con la stretta sulle Ong.

Bisogna «progredire sui negoziati» e ben venga la «determinazione della Svezia» osserva Fitto dopo che l’ambasciatore svedese a Bruxelles Lars Danielsson ha spiegato di essere stato frainteso quando nei giorni scorsi aveva sottolineato che prima del 2024 non si potrà raggiungere un nuovo Patto Ue su migranti e asilo. Lo prevede «il calendario», ha chiarito, assicurando l’intenzione di «intensificare gli sforzi» per trovare una nuova soluzione comune.

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