Superbonus, verso la proroga del termine per beneficiare dell’agevolazione piena
Da Opzione donna allo stralcio delle cartelle, dall’App18 agli extraprofitti: nel vasto cantiere della manovra sono tante le norme su cui si procede per passi avanti e correzioni. Con il governo costretto ad una continua mediazione, per mettere in sicurezza misure finite nel mirino non solo delle opposizioni, ma anche di autorevoli istituzioni e dell’Europa.
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Manovra, opzione donna
E’ aperto sul tavolo del governo fin dalla sua prima formulazione il dossier Opzione donna. L’idea iniziale di limitare l’anticipo pensionistico a tre sole categorie di lavoratrici (caregiver, disoccupate e invalide al 75%), vincolandolo ai figli, è apparso subito penalizzante per le altre, con anche rischi di incostituzionalità. Diverse le correzioni spuntate lungo il percorso, su cui pende la spada di Damocle delle coperture. Tra le ultime ipotesi c’è quella di fissare l’età a 59 anni, consentendo l’uscita a 58 solo per le tre categorie.
Lo stralcio delle cartelle e il Superbonus
Subisce ritocchi anche lo stralcio delle cartelle sotto i mille euro, misura finita nel mirino dell’Ue, ma difesa dall’esecutivo. Negli emendamenti del governo, però, prende forma una sorta di ‘frenata’: lo stralcio viene posticipato di due mesi (al 31 marzo) e si escludono le multe, dando ai Comuni la possibilità di non applicarlo. E’ una vera e propria tela di Penelope quella tessuta sul Superbonus. Il governo taglia l’incentivo al 90% dal 2023, ma arriva l’allungamento del termine per beneficiare dell’agevolazione piena: la correzione – promessa in manovra – prorogherà la scadenza per le Cilas dal 25 novembre a fine anno.
La tassa sugli extraprofitti
Cambia ancora anche la tassa sugli extraprofitti: visti gli incassi inferiori alle attese, il governo sceglie la stretta, alzando l’aliquota dal 25% al 50%. Salvo poi correggere il tiro, escludendo le aziende che non hanno almeno “il 75% dei ricavi” dall’energia. E’ un vero e proprio balletto anche quello sull’App18. Le polemiche sullo stop al sostegno spingono l’esecutivo a mettere una toppa: il bonus non sarà abolito, ma cambierà, probabilmente con un tetto Isee.
Salva calcio e pos
Non c’è pace nemmeno per la cosiddetta norma ‘salva calcio’. Spunta nel decreto aiuti quater, ma c’è la contrarietà del Mef: si arriva quindi alla mediazione in manovra, con una una rateizzazione fino a 60 mesi e una penale del 3%. Traballa infine la norma sul pos, finita sotto un fuoco incrociato di critiche dalla Banca d’Italia alla Corte dei conti. La soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti possono rifiutare i pagamenti digitali potrebbe saltare o essere ridotta a 30 euro. Decisiva sarà la trattativa con Bruxelles
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