Avvocato morto per amianto negli uffici Sip: Telecom condannata al risarcimento

La vittima ha lavorato per dieci anni nell’ufficio legale

Il Tribunale di Napoli ha condannato la Telecom Italia, ovvero la ex Sip, al pagamento di 146.910 euro. E’ il risarcimento deciso dai giudici per gli eredi di un dipendente morto il 12 agosto 2021 a 57 anni per un mesotelioma pleurico da esposizione da amianto. La decisione è stata resa nota dall’osservatorio nazionale amianto.

La vittima è un avvocato napoletano che ha lavorato per dieci anni, tra il 1970 e il 1980, nell’ufficio legale della direzione regionale Campania Basilicata di Palazzo Sip, in via Arenaccia a Napoli. Gli avvocati e i periti sono riusciti a dimostrare la presenza di amianto dopo alcuni lavori di demolizione e bonifica effettuati nel 2007.

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L’amianto era stato utilizzato per la coibentazione e in misura «tale da superare di gran lunga i limiti di tolleranza previsti dalla legge per l’esposizione». Un collega della vittima ha testimoniato che c’era amianto nelle pareti dell’intero edificio, che è poi stato risanato solo molti anni più tardi, precisando che la vittima non aveva alcun tipo di dispositivo di protezione individuale. Sarebbe dunque provato il nesso causale tra l’esposizione all’amianto e la malattia che ha portato l’avvocato alla morte, avvenuta nel luglio del 2012, 19 mesi prima aver scoperto il cancro.

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