De Luca attacca ancora il suo schieramento: «Pd è il partito delle tre proposte»
E’ un attacco frontale al meccanismo di selezione dei dirigenti quello che porta il governatore campano Vincenzo De Luca al suo partito, il Pd, dal palco della festa dell’Unità di Napoli: «Negli altri partiti – spiega De Luca – la selezione dei gruppi dirigenti è rigorosa: ti presenti, ti candidi, se vinci vinci, se perdi chi s’è visto s’è visto. Nel nostro Paese invece la selezione dei gruppi dirigenti avviene in negativo, più sei un pinguino, più perdi elezioni, più fai carriera. Questo è il dato del Pd».
Questo meccanismo «di selezione dei gruppi dirigenti è quello che Gramsci definiva la storia del grande uomo e del cameriere: fare il vuoto intorno per emergere e distinguersi. La selezione dei gruppi dirigenti non avviene sulla base del radicamento che si ha nel territorio. Ci sono dirigenti che hanno perduto nei loro territori e fanno i dirigenti nazionali. E nessuno invece ricorda che io sono il dirigente del Pd più votato d’Italia alle ultime regionali». Per De Luca la classe dirigente del Pd si divide in correnti, sottocorrenti e tribù. «E’ il punto supremo di sviluppo del correntismo» osserva.
E rincara la dose: «Il Pd ha assunto il peggio del Partito comunista e il peggio della Democrazia cristiana: il centralismo burocratico del Pci e il correntismo della Dc. Non ha assorbito le cose migliori, il senso dell’organizzazione e della militanza dei vecchi comunisti e la cultura della persona, e il personalismo del cattolicesimo democratico, per cui a volte ci presentiamo come una banda di sciamannati, e troppi dirigenti del partito impiegano il 99% del loro tempo non ad affrontare e risolvere i problemi, ma a costruire sistemi di relazioni, a Roma soprattutto, tra una amatriciana e una carbonara. A me questa cosa fa schifo».
Il governatore De Luca: «Se definisci il tuo programma puoi sfidare l’area moderata»
«Il Pd è il partito delle tre proposte: Legge Zan; Ius Scholae e legalizzazione della marijuana. Non ne ricordo altre. Soprattutto in tema di giustizia e di sicurezza. Se avete altre proposte da pubblicizzare, ditemele perché io non sono in grado» ha aggiunto.
«La giustizia, il lavoro, la sicurezza – il ragionamento di De Luca rivolto al suo partito – una sburocratizzazione radicale, sono questi i temi che consentono a un partito riformista di raggiungere il 30-40% dei voti e andare oltre il 20%. Ma oggi, al di là di quello che immaginiamo noi, ai cittadini italiani, quelli che non seguono i dibattiti parlamentari, arriva solo una cosa, e cioé che il Pd è il partito di queste tre proposte di legge».
«Anche il salario minimo – ha proseguito – è una palla colossale. Non esiste. I Cinque stelle una proposta, seppure sgangherata, ce l’ha. Noi di alcuni argomenti non parliamo proprio. Penso alla giustizia. Uno può essere innocente, andare in galera, essere scarcerato dopo dieci mesi e non sentire una parola su questo tema dal Pd. Quando sento le dichiarazioni del responsabile giustizia del partito devo prendere Lucen 40…».
De Luca chiede al Pd di fare chiarezza su certi temi di fondo per procedere con una grande costituente riformista. «Se definisci il tuo programma puoi sfidare l’area moderata, Calenda, Renzi, Bonino, i socialisti, i Cinque stelle a partecipare a una convenzione programmatica per realizzare una grande forza politica riformista che vada oltre il 20%. Altrimenti rassegniamoci al governo Salvini-Meloni».
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