Il fattore M

di Dario Caselli

La sua elezione sta già spostando gli equilibri politici

C’è già chi inizia a parlare di fattore M, nel senso di Mattarella, e di quello che potrebbe significare la sua rielezione sugli equilibri politici futuri. A cominciare già da questa legislatura ma anche per le prossime due; perché, ed è bene ricordarlo, il nuovo settennato di Mattarella abbraccerà ben tre legislature. Un vero e proprio record.

Di questo fattore M se ne avrà qualche indizio quando domani alle 15.30 Mattarella prenderà la parola nell’Aula della Camera dei deputati per prestare giuramento sulla Costituzione e tenere il suo discorso di insediamento. Sia chiaro si sbaglia di grosso chi pensa che sferzerà i partiti, o fustigherà l’incapacità dei leader che hanno dovuto consumare decine di candidature ed arrivare alla settima votazione per accorgersi che l’unica soluzione praticabile era quella di ritornare alla casella di partenza, cioè da Mattarella stesso.

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Niente a che vedere con il discorso che tenne un altro Capo dello Stato rieletto al Quirinale. Allora Giorgio Napolitano fu tranchant nei giudizi e nel je accuse verso la classe politica. Mattarella non lo farà. È diverso il contesto politico ma soprattutto sono differenti i protagonisti. Tanto diretto ed immediato il primo quanto compassato e sobrio il secondo. Frutto anche delle diverse tradizioni politiche dalle quali provengono: Napolitano erede di quella comunista e Mattarella di quella democristiana.

Ciò però non significa che in questo settennato Mattarella non abbia fatto sentire il suo peso e la sua influenza. Anzi, dall’alto del Colle del Quirinale ha scandito e guidato tutti gli snodi centrali della scorsa e dell’attuale legislatura, fino all’esito finale del governo Draghi. E quindi c’è da immaginare che accadrà lo stesso.

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In fin dei conti il sistema politico italiano ha bisogno di trovare un nuovo assetto

Un nuovo centro di gravità. Ed è singolare che la rielezione di Mattarella coincida con il trentennale di Mani Pulite. Che il suo ritorno al Colle rappresenti la parola fine sulla Seconda Repubblica? Di quell’assetto politico e istituzionale che aveva creduto nel bipolarismo e che aveva deciso di professare la religione del maggioritario?

Probabilmente è questa la strada. Come detto, sarà utile quello che domani dirà lo stesso Mattarella, anche se il fattore M già sta indicando la via. Lo testimoniano le polemiche che si sono aperte un minuto dopo la rielezione di Mattarella, che stanno attraversando tutti i partiti e tutti gli schieramenti e che stanno portando ad una scomposizione dell’intero quadro politico facendo riemergere il sogno di un ‘grande centro’.

Per non parlare della discussione su un ritorno alla legge proporzionale. Ed infine la narrazione che media sempre più compiacenti stanno facendo passare, accreditando l’elezione di Mattarella come la vittoria del Parlamento contro le leadership. Onestà intellettuale vorrebbe che si parlasse piuttosto di vittoria del parlamentarismo che del Parlamento, dove a decidere non sono i cittadini ma i partiti, peraltro sempre più slegati dalle figure carismatiche dei leader.

Sono tutti segnali molto chiari. Giovedì ne arriveranno di altri, ma è un dato che il fattore M stia già condizionando il futuro della politica italiana.

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