L’opinione | Un sogno: poter essere un giorno semplicemente e finalmente siciliano

Mi turba perciò il pensiero che tra i nuovi eletti non ci sia personalità in grado di assumersi l’onore e l’obbligo di difendere questa nostra Sicilia

«Un pensiero mi turba…», così comincia una poesia del grande Sandor Petofi, il poeta nazionale dell’indipendenza ungherese immolatosi proprio nella guerra contro gli Asburgo a soli 26 anni. Ne traggo l’incipit ma poi cambio gittata… lui avrebbe voluto essere albero sradicato da fulmine, rifiutando una fine imbelle. Io vorrei poter essere semplicemente e finalmente siciliano.

Ma osservo l’attualità della nostra terra impareggiabile e non mi conforta assolutamente il grigio che si disegnava già in pre-campagna elettorale e che ora prende i connotati di un panorama cupo per i siciliani.

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Scomparsi i movimenti sicilianisti in una fallita pre-ricerca di aggregazione, già alla vigilia delle passate elezioni regionali, i loro rappresentanti hanno approfittato della disponibilità dimostrata dai partiti tradizionali in crisi, che cercavano disperatamente nuovi motivi politici che potessero sostituire le ideologie ormai svanite e poi attirare l’elettore in un’offerta allettante.

Ed è stata subito l’Autonomia, il sicilianismo indipendentista il motivo individuato nel sentire comune per allargare proditoriamente il consenso, lo specchietto predisposto per le allodole che fortunatamente in poche hanno risposto agli ammiccamenti del Palazzo, se alla fine più del 53% dei siciliani non ha trovato riferimenti affidabili ed è rimasto a casa rifiutando di esercitare un diritto, pur sacrosanto, ma banalizzato dall’offerta in campo.

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Poi il risultato è sotto gli occhi di tutti, Musumeci, PD, UDC, Pds-MpA, sedicenti bellissimi, FdI insieme ai grillini hanno fatto «bingo» a danno dei veri autonomisti assenti e a danno, soprattutto del voto di chi li ha scelti: i partiti più statalisti, addobbati come un vero «non sense» di proclami autonomisti, improbabili in ambito prettamente centralista, hanno ricevuto la responsabilità di governare la nostra Sicilia.

Ma le difficoltà sono già sotto gli occhi di tutti: Musumeci come primo passo è andato a Roma a prendere ordini, ha nominato assessori importanti importandoli direttamente da Roma, come se in Sicilia non ci fosse offerta, ha dimesso assessori indisponibili, si è ingraziato la Lega, fiducioso nella riconoscenza di Salvini, affidandole l’assessorato più identitario che c’è .

Mi turba perciò il pensiero che tra i nuovi eletti non ci sia personalità in grado di assumersi l’onore e l’obbligo di difendere questa nostra Sicilia, mi turba il pensiero che la nostra Autonomia, conquistata col sacrificio di tanti nostri martiri, dopo una vera guerra che lo Stato centrale cercò di sedare mandandoci esercito e carabinieri, venga banalizzata, sottovalutata volutamente per venire poi cancellata, come si prospetta oggi, grazie all’ignavia (voluta?) degli eletti che sono stati incaricati di rappresentare i siciliani tutti, anche quelli, come me, che hanno rifiutato di votare.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: Musumeci, Grillo, PD, Pdl, FdI, UDC, Pds, il fior fiore dello statalismo, ndr, si sono impadroniti della nostra Assemblea, ne possono ora disporre a piacimento dopo aver tacitato i soliti servi sicilianisti incapaci di opporsi almeno con la presentazione di una lista unitaria, vera, autonoma sicilianista e perciò forte.

Restiamo turbati e osserviamo quello che succede nel mondo: tramontati i grandi Stati ora solo le Piccole Patrie hanno acquistato rilievo e vogliono costruire nell’Indipendenza il loro futuro, interpretando direttamente i bisogni e le esigenze della propria gente senza passare per i lacci dello Stato centrale, inutile e superato.

Catalogna, Galles, Scozia, Paese basco, Sardegna, Cekia, Slovacchia ed altre Piccole Patrie hanno intrapreso la via dell’Indipendenza… perché la Sicilia non potrebbe farlo? Che cosa ci manca? Rispondiamo ai requisiti necessari per essere, noi stessi, Stato Nazione: siamo Popolo, 6 milioni di abitanti dentro e altrettanti in giro per i continenti; Territorio, la Terra Impareggiabile, abbiamo una Lingua, abbiamo perfino una costituzione, il nostro Statuto di autonomia mai applicato dai beoti che ci governano e sempre violentato dallo stato centrale.

Potremmo proclamare la nostra Indipendenza legalmente e politicamente valida se soltanto i nostri deputati eletti recentemente all’ARS, dopo il gran parlare di Autonomia in campagna elettorale si alzassero e lo gridassero finalmente in una seduta di Assemblea sovrana… Ci conviene per l’avvenire della terra impareggiabile e dei suoi figli.

Setaro

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