La ‘tagliola’ affossa il ddl Zan, la corsa si ferma al Senato

L’Aula del Senato ha approvato la proposta della Lega e di FdI sulla cosiddetta ‘tagliola’ che in sostanza decreta lo stop della legge contro l’omofobia del ddl Zan

I voti favorevoli sono stati 154 mentre 131 i contrari e due gli astenuti. Con l’ok alla cosiddetta tagliola si blocca l’esame degli articoli del ddl Zan e di conseguenza l’iter in Senato della proposta di legge, che era stata già approvata dalla Camera lo scorso 4 novembre.

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Ciriani: «Bocciato il pericoloso e liberticida ddl Zan»

«Il voto di oggi, che ha bocciato il pericoloso e liberticida ddl Zan, è la giusta e meritata punizione per l’arroganza della sinistra e il M5S, che hanno preteso che il Senato non dovesse discutere e modificare un testo palesemente sbagliato» ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani. «Fratelli d’Italia ha sempre espresso la sua contrarietà verso questo ddl che nulla ha a che vedere con la tutela dei diritti e il contrasto alle discriminazioni. Fortunatamente dinanzi alle forzature e al muro contro muro dei giallorossi è prevalsa la ragionevolezza e il buonsenso».

Salvini: «Punita l’arroganza di Letta»

Per il leader della Lega Matteo Salvini è stata «punita l’arroganza di Letta. Ha rifiutato ogni dialogo e ogni proposta di cambiamento arrivate dalle famiglie, dalle associazioni, dal Papa e da esponenti del mondo LGBT e femminista. Risultato? DDL Zan bocciato, mesi e anni di discussioni inutili. Se si vuole ripartire da basi solide e condivise, togliendo dalla contesa i bambini, la libertà di educazione e la censura per chi ama e difende la famiglia, la Lega c’è».

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Carfagna: «Il braccio di ferro sui diritti non premia nessuno»

«Potevamo avere una buona legge contro la discriminazione di gay e trans, non l’abbiamo per la rigidità ideologica di due minoranze – ha scritto su Twitter Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale – chi voleva una legge-manifesto e chi non voleva nessuna legge. Il braccio di ferro sui diritti non premia nessuno».

Rosato: «Parole di Letta sulla mediazione erano solo l’ennesimo spot»

«È chiaro che il no del Pd e dei 5 Stelle al rinvio del voto segreto sul ddl Zan significava che le parole di Letta sulla ricerca di una mediazione erano solo l’ennesimo spot». Lo scrive il presidente di Italia Viva Rosato in un post su Facebook. «La difesa dei diritti si fa approvando le leggi non nei salotti televisivi, in Parlamento dove ci si assume le responsabilità della sintesi, la fatica del compromesso, il rischio che qualcuno ti dica che si poteva ottenere di più. Senso del dovere che il Pd sembra aver perso per strada, impegnato com’è a rincorrere il Movimento 5 Stelle, quello che non votò nemmeno la legge sui unioni civili».

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Zan: «Tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà»

Per il deputato del Pd Alessandro Zan, primo firmatario del ddl, «chi per mesi, dopo l’approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il Ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare».

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