Come la vecchia Dc, il centrodestra alle amministrative non ha mai brillato

A conferma che il centrosinistra ha vinto perché rispetto al 2016 ha perso di meno un sondaggio nazionale (SWG) ribadisce il centrodestra al 47%

Nonostante la fragorosa sconfitta nella tornata elettorale appena conclusasi, il centrodestra nei sondaggi nazionali è ancora vincente e Fratelli d’Italia con 21,1% (+0,4 rispetto alla settimana scorsa) dei consensi si conferma il primo partito, seguito dalla Lega 19,4 (+0,2) e dal Pd (19,2%). In calo il Ms5 e FI che si ferma al 7%.

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Sicché, come rileva la società di sondaggi Swg complessivamente il centrodestra mette insieme il 47,5%. Certo, si tratta di dati tendenziali e non voti effettivi, ma dimostrano che, comunque, flop della coalizione a parte, nel centrodestra la Meloni continua a crescere, e Lega e Fi sostanzialmente tengono. Mentre il centrosinistra non riesce a sfondare quota 40%.

Ma, allora, come si spiega la sonora batosta?

Non è, in verita, una domanda dalle cento pistole, anzi, è una domanda da una sola pistola e per altro scarica. Vado con ordine:

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  1. Solo chi negli utlimi 70 anni della nostra storia repubblicana ha vissuto su un altro pianeta può non sapere che il centrodestra alle amministrative non ha mai brillato. Proprio come succedeva alla Dc quando negli anni ottanta dominava le politiche, ma soffriva tantissimo alle amministrative in cui spesso finiva per cedere il passo al Pci;
  2. alla luce dei consensi ottenuti dai suoi candidati e l’affluenza alle urne – nei ballottaggi, ancor più che nel primo turno – dire che il centrosinistra ha vinto è solo un eufemismo. Certo, ha fatto man bassa di poltrone, ma ha perduto una montagna di consensi, rispetto alle amministrative 2016 e anche alla politiche 2018. In pratica, ha vinto perché ha perso meno della concorrenza e, quindi, del centrodestra. Il quale, tra l’altro, con i suoi orrori, ce l’ha messo davvero tutta perché il risultato fosse quello che è stato;
  3. senza dimenticare il ruolo giocato dal caso del leghista Morisi – capo comunicazione di Salvini – scoppiato il mercoledì 29 settembre a tre giorni del primo turno e la pseudo inchiesta di Fanpage e ‘Piazza pulita’ su Fidanza capodelegazionee di Fdi all’Europarlamento il giorno dopo ovvero a 2 dal voto che hanno riempito paginate di giornali e palinsesti televisivi, fino al sabato successivo, quando il loro posto è stato assunto dall’assalto di Fn alla Cgil. Cui è seguita la manifestazione di protesta di sindacati e partiti «mai più fascismi» nel sabato pre ballottaggio in barba al silenzio pre elettorale e il linciaggio di cui sono stati fatti oggetti Fratelli d’Italia, la Meloni e anche Salvini e la Lega.

Le tantissime colpe dei partiti di centrodestra

E questo, sia chiaro, non per giustificare le colpe dei due (FI e Lega) più uno FdI, che sono tantissime: il ritardo nella scelta delle candidature e il ricorso ai cosiddetti civici, dimostrando scarsa fiducia nella propria classe dirigente, se non, addirittura, denunciandone la mancanza; l’essere caduti, per l’ennesima volta, nella trappola di chi utilizzando strumentalmente la dicotomia fascismo-antifascismo, continua a delegittimare la destra e la distrae dal discutere dei problemi reali dei cittadini e dei loro malesseri.

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E ancora il disinteresse per il territorio, dimenticando che questo è determinante nelle amministrative e valore aggiunto nelle politiche; continuare a dare l’immagine di una coalizione litigiosa, divisa fra maggioranza, FI e Lega e opposizione FdI, con i leader che non smettono di beccarsi come i capponi di Renzo per contendersi la leadership di coalizione.

A questo punto, diciamola tutta se musica e parole continueranno ad essere le stesse e i comportamenti non cambieranno, per il centrodestra – nonostante gli italiani alla luce del sondaggio Swg continuino (ma fino a quando?), ad evere fiducia nella coalizione – il suo futuro ne rimarrà decisamente segnato. E non in positivo. Per carità, possono ancora tornare a vincere, ma devono ritrovare il buon senso e la strada maestra. Altrimenti…

Setaro

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