L’Ufficio Parlamentare di Bilancio frena gli entusiasmi del Governo Draghi

L’UPB ha segnalato rilevanti elementi di incertezza che potrebbero pregiudicare significativamente i risultati attesi

Dopo aver costretto il MEF ad apportare delle correzioni alla nota di aggiornamento al DEF, pena la non validazione, l’UPB ha licenziato il testo mettendo in guardia il Governo dal facile ottimismo. Nell’esame del quadro macroeconomico tendenziale, sul quale è stata predisposta la NADEF, sono state espressi rilievi e circostanziate perplessità.

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L’UPB, pur condividendo la scelta del Governo di rivedere a rialzo le previsioni macroeconomiche, ha segnalato rilevanti elementi di incertezza che potrebbero pregiudicare significativamente i risultati attesi, sia nel breve che medio periodo. Incertezza che costituiscono fattori di rischio legati tanto al contesto internazionale quanto a quello interno. Rischi, afferma l’UPB, che «hanno una probabilità di realizzazione maggiore che in altri esercizi previsivi e, pur essendo di varia natura, sono prevalentemente orientati al ribasso».

Nel breve termine, l’efficacia dei vaccini costituisce ancora un fattore di incertezza e quindi di rischio. È pur vero che è stata rilevata una significativa riduzione di sintomatologie gravi da COVID, ma preoccupa l’improvvisa ripresa della diffusione del virus che si sta registrando negli USA. Inoltre, occorre considerare che la campagna di vaccinazione ha coinvolto appena il 25% della popolazione mondiale, per cui non si può escludere l’insorgere di nuove varianti.

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Le prospettive di crescita e il Piano nazionale di ripresa e resilienza

La crescita delineata nelle previsione del Governo è strettamente legata ad una adeguata capacità di gestione del PNRR, fattore questo, che secondo le indicazioni degli uffici parlamentari, rappresenta una variabile di rischio nel medio periodo da non sottostimare. Lo scenario macroeconomico sul quale sono state elaborate le previsioni del Governo, infatti, si basano sia sull’elevata capacità delle Amministrazioni Pubbliche di avviare i progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che su quella di trovare il settore privato interno di in grado di realizzarli ordinatamente.

Dunque, da un lato una pubblica amministrazione solerte nel progettare e appaltare opere pubbliche e dall’altro il mondo delle imprese, soprattutto quello delle costruzioni, in grado di rispondere con mezzi e manodopera adeguata nei tempi previsti dallo stringente cronoprogramma del PNRR. Non è forse un rischio, un azzardo, credere che tutto ciò si realizzi all’unisono?

Anche lo scenario più favorevole legato ad una ripresa dei consumi, conseguenza del risparmio accumulato nel 2020, non è indenne da rischi, come dimostra il recente rialzo dell’inflazione legato al rincaro dei prodotti energetici, che potrebbe rivelarsi più persistente e intaccare il potere d’acquisto delle famiglie. Dovrà filare tutto liscio, insomma, per poter raggiungere gli obiettivi di crescita stimati e ridurre gradualmente il debito pubblico.

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