Grillo-Conte: c’eravamo tanto amati. Finisce tra reciproche accuse: «Non hai visione politica», «Sei un padre-padrone»

Naufraga miseramente il tentativo dell’ex premier di ricostruire il Movimento

C’eravamo tanto amati. Spesso nelle telenovele per dirsi addio e chiudere una storia è questa la formula utilizzata. Ed allora tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo siamo al ‘c’eravamo tanto amati’. Infatti, alla conferenza stampa-ultimatum dell’ex premier il comico genovese ha risposto picche facendo così naufragare miseramente il tentativo di Conte di ricostruire il Movimento Cinquestelle. Un compito, ed è bene ricordarlo, che Grillo in persona aveva affidato al giurista pugliese e che adesso ha deciso di togliergli.

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Il tutto si è deciso ieri pomeriggio quando sul suo blog Beppe Grillo è stato pubblicato un post “Una bozza e via”, in cui in maniera schietta dava il benservito a Conte: «Conte, mi dispiace, non potrà risolvere» i problemi del Movimento 5 Stelle «perché non ha nè visione politica, nè capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione», scrive il Garante.

E poi: «Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco».

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Per concludere con un annuncio choc: «Indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau. Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6)».

Grillo, un Comitato direttivo che elabori un piano di azione

Si ritorna, quindi, da Casaleggio a cui Grillo ha chiesto «di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato. Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050».

Insomma, una doccia fredda per Conte ed i suoi seguaci che già pregustavano la nuova leadership e soprattutto un nuovo Movimento a immagine e somiglianza dell’ex premier. Niente, si torna alla casella del via anzi potremmo dire a quella di Casaleggio visto che una delle novità è proprio il ritorno di Rousseau. Una sorta di sconfitta nella sconfitta per Conte che aveva ingaggiato una durissima battaglia legale con lo stesso Casaleggio per avere i famosi elenchi degli iscritti. Una vicenda nella quale era intervenuto addirittura il Garante della Privacy per sbloccare la situazione, dando alla fine ragione a Conte.

Adesso dopo l’intervento di Grillo si ritorna da dove tutto è cominciato e cioè dall’associazione Rousseau. Un ritorno, però, che leggendo tra le righe del post di Grillo non sa tanto di amarcord quanto di scelta obbligata, legata al timore che «il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione».

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E Conte? Ufficialmente l’ex premier non ha parlato ma fa trapelare la sua amarezza perché «Grillo ha scelto di fare il padre padrone» e per i 4 mesi spesi per riscrivere l’ossatura del M5S, che, anche alla luce di quanto avvenuto in queste ore, «mostra chiaramente di necessitare di passi avanti sul fronte della democrazia interna».

Patuanelli: «Momento difficile, ne usciremo»

A parlare invece sono alcuni esponenti di primo piano come il ministro Patuanelli, il quale cerca di gettare acqua sul fuoco: «Penso che Conte sia una risorsa per il Movimento 5 Stelle e continuo a pensarlo. È un momento difficile, ma come sempre ne usciremo. Abbiamo vissuto tante fasi, questa è una che stiamo vivendo, credo che avremo la forza per uscire anche da questo momento».

Intanto, ribollono come una tonnara i gruppi parlamentari che vedevano in Conte una possibile via d’uscita alla crisi del Movimento e perciò anche in prospettiva la relezione. E infatti il sentimento che più ricorre nelle varie chat è quello della delusione e della paura che adesso si apra un vero e proprio baratro nel quale potrebbe essere risucchiato il M5S. Da qui il passo alle accuse dirette a Grillo, colpevole secondo molti di aver perso la testa e di egocentrismo, è brevissimo.

Tutto ciò alimenta il sospetto, ma anche il rischio, che in Parlamento i Cinquestelle si spacchino tra chi vorrà seguire l’ortodossia grillina e tra chi intenderà abbracciare la svolta contiana, sempre che Conte decida alla fine di dare vita a una sua creatura politica. Ipotesi che, peraltro, nella conferenza stampa di lunedì l’ex premier stesso aveva smentito.

Insomma, si naviga a vista e la preoccupazione principale nella maggioranza è che quanto accaduto metta a rischio il governo ma soprattutto l’elezione del presidente della Repubblica. È questo, infatti, il pericolo maggiore che in queste ore viene sollevato ai piani alti del Pd, che teme con la spaccatura del M5S di non poter più controllare la scelta del successore di Mattarella. Con il rischio così di avvantaggiare il centrodestra, che pur con tutte le sue difficoltà si presenta unito.

L’incertezza del Movimento potrebbe influire sul governo

Per non parlare del rischio che un ritorno alle origini grilline del M5S potrebbe avere sulle stesse amministrative, e in particolare in quei comuni dove è stato raggiunto l’accordo di andare insieme. Ne esce così un quadro caratterizzato da grandissima incertezza, nel quale chiaramente va inserito anche il governo che pure potrebbe subire scossoni dalla spaccatura dei gruppi parlamentari Cinquestelle.

Saranno senza dubbio i prossimi giorni ad indicare la rotta e a far capire quali pericoli e rischi lo ‘schiaffo’ dato oggi da Grillo a Conte potrà generare. Senza dubbio per il M5S da ieri si è aperta una nuova fase.

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